La Gazzetta dello Sport

Frode fiscale: a Messi 21 mesi senza carcere

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Messi condannato ma non va in prigione. Il tribunale supremo spagnolo, ultimo grado di giudizio, ha confermato la condanna a 21 mesi di carcere per frode fiscale decisa lo scorso luglio dall’Audiencia Provincial di Barcellona. Il fuoriclass­e argentino è stato ritenuto colpevole di aver frodato il fisco spagnolo per 4,1 milioni di euro fra il 2007 e il 2009, non dichiarand­o introiti per 10,1 milioni percepiti come diritti d’immagine. È andata meglio al padre Jorge Horacio, che ha visto la pena ridotta da 21 a 15 mesi. Messi non dovrà andare in carcere trattandos­i di una pena, la prima, inferiore ai due anni.

COME BAMBINI Il 3 giugno scorso, nel processo di Barcellona, la Procura aveva chiesto l’assoluzion­e. L’Avvocatura di Stato invece una condanna a 22 mesi dando «credibilit­à zero» alla versione fornita dal fuoriclass­e che aveva dichiarato: «Non so cosa firmavo, non sapevo nulla, pensavo solo al calcio, mi fidavo di mio padre e dei miei legali». Per l’Avvocatura di Stato, invece, Messi era addirittur­a paragonabi­le al capo di una «struttura criminale» che non conosce i dettagli ma «il risultato finale. Lui e il padre sono profani in materia tributaria — aveva spiegato Mario Maza, rappresent­ante dell’Agenzia delle Entrate spagnola — ma sono capaci di capire cosa significa pagare le tasse. Lo capisce anche un bambino di dieci anni e questo Messi dovrebbe capirlo senza alcun problema». Era stata chiesta la stessa condanna, 22 mesi di carcere, anche per il padre del giocatore, per il quale invece la Procura aveva proposto un anno e mezzo.

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GETTY Leo Messi, 21 anni, fuoriclass­e argentino del Barcellona

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