La Gazzetta dello Sport

Dalle Tre Cime al miracolo Risoul Ha incantato così

- Ciro Scognamigl­io INVIATO A CANAZEI @cirogazzet­ta

Per la galleria dei capolavori di Enzo lo spazio non basta mai, ma il posto si trova sempre. Come per l’impresa di Bormio che ha stuzzicato il gioco dei paragoni con alcune delle perle che Nibali ha già infilato in una carriera da fuoriclass­e. Scelte e preferenze sono soggettive per definizion­e: noi ci limitiamo a ricordare quattro date-simbolo. Quattro pietre-miliari. Quattro giorni da ricordare per sempre. 25 MAGGIO 2013 GIRO, TRE CIME DI LAVAREDO ggi sono quattro anni esatti. Lo Squalo si sta avviando a vincere il primo Giro d’Italia, dopo avere schiantato un Bradley Wiggins presentato­si al via di Napoli da re del Tour in carica. Il vantaggio in classifica è buono, Nibali due giorni prima aveva vinto in rosa la cronoscala­ta della Polsa ma quello che gli mancava era un’impresa solitaria in montagna in una tappa in linea. Il teatro dell’arrivo, le Tre Cime di Lavaredo, è perfetto. Lo scenario, nel senso della neve che scende in cima, regala anche quel tocco d’epica. E En- zo fa quello che deve fare: vince in solitaria e il giorno dopo si godrà l’apoteosi a Brescia.

6 LUGLIO 2014 TOUR, YORK-SHEFFIELD Il Tour de France è al secondo giorno. Appena cominciato. Troppo presto per scoprire le carte se punti alla maglia gialla di Parigi? Quando mai. Figurarsi se un ragionamen­to del genere può valere per Nibali. Paolo Slongo porta tutta la squadra a vedere in ricognizio­ne lo strappo che poi conduce al finale di Sheffield. Il siciliano dice a Michele Scarponi di «voler stare tranquillo», ma poi co- glie l’attimo e si inventa una azione da consumato finisseur. Al traguardo si prende tappa e maglia davanti ai migliori del mondo. In quella che si rivelerà una cavalcata trionfale vincerà altre tre tappe, in montagna, ma resta indimentic­abile pure il 9 luglio, quando lo Squalo vola sul pavé, chiude terzo la tappa di Arenberg e fa capire che non ce ne sarà per nessuno.

4 OTTOBRE 2015 GIRO DI LOMBARDIA L’Italia non vince una classica monumento da sette anni. Dal Lombardia 2008 firmato Damiano Cunego. E ci voleva Vincenzo Nibali per sfatare il tabù. In passato aveva già sfiorato dei Monumenti: terzo alla MilanoSanr­emo, secondo alla LiegiBasto­gne-Liegi. Quel Lombardia che finisce a Como è perfetto per un Nibali arrivato in piena forma all’appuntamen­to. Il siciliano è tosto in salita, ma è nella discesa del Civiglio che inventa il capolavoro. Saluta i pochi che erano stati capaci di tenerne il passo e rivedrà tutti all’arrivo. Alza le braccia in maglia tricolore e una bandiera sempre tricolore vola dal pub-

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