La Gazzetta dello Sport

LA NAZIONALE È LA VITTIMA

- di GIAN LUCA PASINI

Una sconfitta per la pallavolo e anche un po’ per lo sport italiano. Più o meno un anno fa l’Italia si innamorava della Nazionale e di Zaytsev dopo una partita diventata leggenda, contro gli Stati Uniti a Rio. Salvo clamorosi colpi di scena, è arrivato l’addio di Ivan all’Italia per una questione di calzature con tanti sconfitti.

In primo luogo la Fipav che in una questione così delicata si è mossa con poco tempismo e minore trasparenz­a, non comunicand­o quasi nulla, se non oggi, quando i buoi (scalzi o meno) erano già fuggiti. Di più il presidente Cattaneo (e anche il suo consiglio) non hanno saputo trovare una soluzione a un caso e hanno abdicato a una delle loro competenze chiamando in soccorso il Coni. Riguardand­o oggi quella decisione non è stata una scelta felice. Apparentem­ente sconfitto anche Zaytsev per questo addio alla vigilia del Mondiale dell’anno prossimo: non fare parte di quel progetto avrà/avrebbe un impatto anche sul giocatore più famoso. Ma è anche una sconfitta del Coni che meno di una settimana fa annunciava la risoluzion­e del caso e oggi deve ammettere una bruciante sconfitta.

Questa storia è una vicenda di scarpe, ma anche di sponsor che per fortuna nello sport del terzo millennio ancora ci sono e trovano utile investire (in questo caso nel volley). Proprio perché il mondo è cambiato è necessario adeguare le trattative ai tempi: da una parte e dall’altra. Forse Zaytsev aveva (anche) l’idea di sovvertire l’ordine costituito (pare che i giocatori di volley non firmino alcun documento in materia arrivando in Nazionale, ma ci si muova con un regolament­o tacitament­e accettato) e proporre un qualcosa di simile a quello che accade nel basket, dove le scarpe sono libere. Legittima aspirazion­e, ma oggi la vittima prima è la pallavolo italiana.

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