La zampata del gigante e le manone di Handa «Ora sì che ci aiutiamo»
Skriniar al primo gol in Serie A: «Volevo l’Inter, ora devo meritarmela». Il portiere: «A Crotone sarà dura per tutti»
Minuto 37 del secondo tempo: Milan Skriniar scaraventa in rete la palla che spalanca all’Inter la strada verso il quarto successo consecutivo. Vetta solitaria in classifica, almeno per qualche ora, e popolo nerazzurro sempre più innamorato del gigante slovacco, l’antipersonaggio, un muro là dietro, ora decisivo pure in territorio nemico. Non c’è Icardi in vetrina e solo parzialmente si affaccia Perisic (l’uomo che chiude la gara). Così Spalletti alla vigilia della trasferta di Crotone: «Per arrivare in alto non bastano i gol di Mauro e Ivan, serve la crescita di tutti». Detto, fatto: Handanovic para l’impossibile, Skriniar sfonda. Il giusto premio per un reparto, la difesa, che di fatto sta al momento mascherando gli inevitabili problemi di un gruppo ancora in cerca di identità ed equilibri da grande squadra. E portare a casa dodici punti in quattro gare a cantiere aperto è un gran bel segnale. CRESCITA CONTINUA «Non siamo stati bravissimi questa volta, ma la cosa più importante erano i tre punti», dice Skriniar a fine gara. Un paio di sbavature all’inizio, poi il solito martello di concentrazione, recuperi e sportellate: sembra il classico centralone da Premier, ma con Spalletti lo slovacco cresce allenamento dopo allenamento anche dal punto di vista tattico; sempre con la testa in partita, ben piazzato e per nulla imbarazzato palla al piede. Ora pure goleador. «E’ il mio primo gol in serie A in assoluto continua -, mi fa però più piacere la vittoria della squadra. Non era facile in un campo simile, stavamo soffrendo e anche per questo è stato un gol provvidenziale». Gli piace stare lassù in classifica, «sapevo che l’Inter è una squadra grande, con una storia importante, e sono felice di essere arrivato qui. Voglio meritarmela l’Inter».
LE MANONE DI HANDA Dieci gol fatti e uno subito, solo vittorie in campionato, numeri «difesi» non poco dalle manone di Samir Handanovic, l’uomo che ieri ha tenuto in vita l’Inter con almeno due interventi fuori dal normale: decisivo in uscita a inizio ripresa su Tonev; quasi miracoloso sul colpo di testa sotto misura di Rodhen. «Il mio lavoro è parare, siamo lì per questo», la disarmante disamina di questo 33enne gigante di Lubiana. «Quest’anno ho parato poche volte - continua -, e ogni tanto, quando mi tocca, ricambio il favore alla squadra. Importantissimo vincere qui, abbiamo saputo soffrire e colpire al momento giusto. La loro salvezza passa da questo campo, qui non sarà semplice per nessuno. Conta l’atteggiamento di squadra, devono tutti essere pronti. I moduli contano poco, servono le idee. Per ora siamo più squadra, ci aiutiamo a vicenda. E percepiamo sempre il pericolo. Ma quattro partite sono poche, bisogna continuare così».