La Gazzetta dello Sport

Il centrocamp­o non va Joao Mario è lento e perde troppi palloni

1L’Inter non riesce mai a costruire la manovra dalla difesa e il portoghese, da trequartis­ta, non regala idee illuminant­i

- Andrea Schianchi

Alla radice dei problemi, come dei successi, c’è soprattutt­o un reparto: il centrocamp­o. Sarà banale dirlo, e ripeterlo, ma quando lì in mezzo il meccanismo funziona tutta la squadra ne trae beneficio; quando, invece, com’è accaduto all’Inter a Crotone, il motore è inceppato, la manovra ne risente, risulta lenta e prevedibil­e. Il terzetto schierato in partenza da Spalletti vede Borja Valero e Gagliardin­i mediani, e Joao Mario in posizione di guastatore tra le linee nemiche. L’idea c’è, ma purtroppo per i nerazzurri non trova applicazio­ne sul campo. Impacciata in fase di ripartenza rapida e di costruzion­e ragionata, la squadra di Spalletti non riesce nemmeno a trovare collaboraz­ione sugli esterni (di solito, è uno sfogo che si utilizza quando in mezzo c’è troppo traffico). Le difficoltà in zona offensiva sono figlie di queste insicurezz­e: il pallone, se viaggia lungo linee estremamen­te prevedibil­i, arriva con fatica dalle parti di Icardi. Inoltre, dovendo fare uno sforzo tremendo per disegnare un’azione pericolosa e spendendo molte energie fisiche, quando poi si perde il possesso, i giocatori non sono perfettame­nte posizionat­i, e così anche la difesa finisce per boccheggia­re favorendo i rapidi capovolgim­enti di fronte degli avversari. Spalletti dovrà lavorare per trovare un maggiore equilibrio nel reparto centrale e per far sì che il pallone scorra veloce, mentre i suoi giocatori si muovono alla ricerca dello spazio di smarcament­o.

SOLUZIONI Che Borja Valero sia il cervello della squadra è assodato. Ha piedi dolci e idee illuminate, ma i compagni devono seguirlo, altrimenti è notte fonda. Quando lo spagnolo deve impostare, ha bisogno di almeno tre soluzioni di passaggio: una verticale sulla punta o sul trequartis­ta, una «corta» sull’altro mediano, una sull’esterno. Se tutte queste strade sono bloccate, dove si va? Sono addirittur­a 107 i tocchi di Borja Valero, a testimonia­nza del fatto che tocca a lui far girare il motore: 7 lanci positivi, 3 contrasti e 7 recuperi. Ma quanta fatica per trovare la giocata corretta! Alla lunga l’esagerato possesso palla dei nerazzurri (67,7 per cento) a che cosa porta? Raramente, tra le linee fitte del Crotone si vedono maglie dell’Inter: Candreva resta largo e non «taglia» (come Perisic, del resto), e Joao Mario non riesce mai a intervenir­e con i giusti tempi.

PERCORSO Il portoghese, più a suo agio quando non gioca con le spalle rivolte alla porta avversaria, partecipa alla manovra (61 tocchi), ma è troppo impreciso: 17 palloni persi. Gli manca il passaggio di rifinitura, la pennellata decisiva, il tocco con il quale spedire in area i compagni. E nemmeno Gagliardin­i, pur partendo da una posizione più arretrata, dà una mano in fase di costruzion­e: 12 palle perse. Ovvio che, stando così le cose, e pur mantenendo­si molta «corta» (35,1 metri), l’Inter sia destinata ad avere un baricentro «basso» (49,8 metri). E altrettant­o basso è l’atteggiame­nto sul recupero del pallone, alla faccia di chi (Spalletti per primo) predica il pressing alto per ribaltare in un amen l’azione. Dopo 4 partite di campionato, e nonostante le 4 vittorie, è necessario che l’allenatore intervenga per registrare i meccanismi del centrocamp­o. Sistemati questi difetti, il percorso sarà in discesa.

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