OCCHIO, L’INTER HA IMPARATO A SOFFRIRE
L’Inter si gode l’attimo. Quattro vittorie nelle prime quattro giornate. Una notte da capolista solitaria, aspettando Juventus e Napoli, oggi alle prese con partite abbastanza facili. L’Inter passa a Crotone, dove ad aprile aveva perso ed iniziato a smarrirsi nel labirinto di se stessa, per lo sfascio di fine stagione. Quella di ieri è stata una vittoria sporca, come si usa dire oggi: non è arrivata con la bellezza del gioco, ma con la pratica della sofferenza.
Sullo 0-0 prodigiosi interventi di Samir Handanovic. Del resto - come ha detto Di Francesco a proposito di Alisson in Champions - le grandi squadre si servono di grandi portieri. Nessuno si esalti, vietato pronunciare la parola scudetto. Due stagioni fa l’Inter di Mancini vinse le prime cinque gare, per risvegliarsi di botto alla sesta, sconfitta per 1-4 a San Siro dalla Fiorentina: da lì in avanti il lento rientro nei ranghi. È giusto però sottolineare le differenze. Quell’Inter non aveva la tigna di squadra che quest’Inter sembra possedere. Il gruppo ha imparato a soffrire, a fronteggiare le difficoltà e a trasformarle in energia positiva, nessuno si lascia più andare. La mano forte di Spalletti, sempre in piedi a bordo campo, come un insegnante che passeggia tra i banchi della classe. In Calabria si è vista una formazione a trazione orientale: le parate dello sloveno Handanovic, i gol dello slovacco Skriniar e del croato Perisic. Proprio Skriniar incarna l’uomo nuovo interista: massiccio e respingente davanti a Handanovic, pungente nell’area altrui. Ha qualcosa di Walter Samuel, il Muro della Champions 2010, ma per l’incoronazione bisogna attendere collaudi contro centravanti di peso superiore: nel primo vero crash test, in Roma-Inter 1-3 alla seconda giornata, Dzeko gli ha fatto gol. Il calendario tende una mano a Juventus e Napoli, obbligate a riscattare le figuracce in Champions. Massimiliano Allegri al Mapei Stadium si è scottato un paio di volte, da allenatore di Milan e Juve, però il Sassuolo di Bucchi oggi non è neppure parente della squadra forgiata da Di Francesco, per cui fatichiamo ad immaginare qualcosa di diverso dal segno 2 a Reggio Emilia. Identico discorso per la ruota di Napoli: 1 fisso, al San Paolo arriva il Benevento per un simpatico derby di Campania. Evidente squilibrio di forze, sarebbe clamoroso se la squadra di Marco Baroni, campione d’Italia col Napoli ‘90, fermasse i sarriani. Verso sera, in cima dovrebbe riformarsi il terzetto Juve-Napoli-Inter. Per il resto, bravo Di Francesco: la sua Roma ha battuto il Verona, rivale dei giallorossi nella corsa salvezza, secondo le valutazioni di Massimo D’Alema. Per concludere, attenzione alla Lazio, di scena a casa Genoa e probabile guastafeste al banchetto delle prime quattro.