Griezmann, gol per la storia nella nuova casa dell’Atletico
Francese firma la prima rete nel bellissimo “Wanda Metropolitano”, impianto da 68.000 posti. La squadra di Simeone batte di misura il Malaga
La prima sensazione: la bellezza. Certo, il tramonto dalla tribuna del Calderon col sole che calando tingeva di rosso il centro di Madrid era quasi commovente. Però se parliamo di stadio come tale questo Wanda Metropolitano è bello assai. La seconda: si avverte l’orgoglio palpabile di chi ha abbandonato una casa venerata ma che è felice di essere atterrato in uno stadio moderno e confortevole. Il terzo pensiero va all’Italia, alle discussioni infinite sui nostri stadi che restano lì, vecchi e mezzi vuoti senza che, salvo rare eccezioni, si riesca a costruire qualcosa di nuovo o almeno a rimodellare ciò che c’è. Il Vicente Calderon aveva 54.907 posti ed era quasi sempre pieno. La capienza del Wanda Metropolitano è di 68.700: sono stati messi in vendita 60.000 abbonamenti e sono stati venduti tutti. La gente c’è, col Malaga è arrivata anche la prima vittoria, l’atmosfera col tempo si creerà.
TUTTI IN METRO Il WM è lontano. Gli svincoli dalla M40, uno dei raccordi di Madrid, non sono pronti. C’è parcheggio solo per 3.000 auto, posti già tutti venduti. I bar sono pochi e la brulla periferica terra di nessuno che circonda l’impianto non dice nulla ai tifosi abituati a farsi panino e birretta nel cuore di Madrid con vista sul Calderon. In attesa che la zona si faccia più accogliente hanno aperto una stazione della metro ad hoc (Estadio Metropolitano) e la gente è venuta quasi tutta così, compreso il presidente del club Cerezo.
BISOGNA ADATTARSI Emozionati, i Colchoneros. E un po’ spaesati, come il bandierone da 388 metri quadrati issato inizialmente al contrario o i tabelloni elettronici saltati nel secondo tempo. Bisognava provare l’acustica dei canti, dei fischi, degli applausi, aggiustare vista e udito alla nuova casa. «Che salti il Calderon», hanno cantato quelli del Frente Atletico in evidente confusione. Lo stesso vale per Simeone, spostato dalla panchina di sinistra a quella di destra e con un’area tecnica molto più grande da calpestare con frenesia cholista, ordini da trasmettere con un tono di voce diverso. Avranno tutti tempo di accomodarsi in questo salotto col soffitto illuminato di rosso. Al Calderon si stava stretti, a seconda delle stagioni ci si arrostiva o si gelava o ci si bagnava anche le mutande visto che per tre quarti era scoperto e il tetto che c’era era primordiale. Il WM vorrebbe ospitare la finale di Champions del 2019 (se la gioca con Baku).
GOL STORICO Per inaugurare questo stadio pensato nel 1993 per ospitare 20.000 appassionati di atletica e riciclato all’Atletico dopo i 3 fallimenti olimpici di Madrid, è venuto anche Felipe VI, re di Spagna col cuore biancorosso: suo nonno Juan diede il calcio d’inizio della gara inaugurale del Metropolitano, nel 1923. Ha visto una gara che l’Atletico ha controllato trovando il gol dopo un’ora: cross di Correa e tocco di Griezmann, simbolo dell’Atletico attuale, uno che come il Cholo ha detto di no ai tanti pretendenti per accompagnare la sua squadra nella nuova casa. Rete storica: la prima al WM e la 100a del francese in Liga. Poi bandiere al vento, fuochi d’artificio e fan zone aperta fino a tardi: la festa per l’inaugurazione della nuova casa dell’Atleti.