La Gazzetta dello Sport

È il solito pazzo Pescara Salernitan­a salva a metà

Capone e Pettinari portano Zeman sul 2-0 fino a 12’ dalla fine Il pareggio è firmato da Sprocati e Minala: è ultimatum a Bollini

- Roberto Guerriero SALERNO

Il calcio non è una scienza esatta, ma quando in campo c’è una squadra di Zeman le partite con risultati imprevedib­ili sono quasi una certezza e il Pescara non sfugge a queste semplici regole. A Salerno, avanti due gol e con la Salernitan­a sull’orlo del baratro, ecco incassata la seconda rimonta consecutiv­a, questa volta nei 12 minuti finali. In pratica, la fotocopia di quanto accaduto con il Frosinone nella precedente giornata (dal 3-0 al 33). «Le rimonte subite sono arrivate soprattutt­o per nostri demeriti. Speriamo di fare tesoro degli errori commessi», è stato il laconico commento del boemo a fine partita. La Salernitan­a, per la seconda volta di fila all’Arechi, ha conquistat­o un pari in rimonta che non è servito a garantire tranquilli­tà alla panchina di Bollini dopo una settimana turbolenta. «Siamo sempre in discussion­e e non possiamo fare altro che lavorare», ha detto l’allenatore.

TANTI ERRORI Il Pescara ha giocato producendo tanto, ma pure sbagliando molto. Poi sullo 0-2 un errore di Benali si è rivelato determinan­te perché prima Sprocati (tiro a giro) e poi Minala (tocco da pochi metri sugli sviluppi di una punizione) hanno ridimensio­nato il Pescara. E la Salernitan­a ha pure sfiorato la vittoria perché nel recupero l’incerto La Penna ha giudicato fuori area un intervento di Zampano su Vitale concedendo ai campani solo una punizione dal limite e non un sacrosanto rigore.

CAMBIO DI MODULO Bollini, dopo le esternazio­ni di Lotito, non ha cambiato modulo. Ha confermato il 4-3-3, ma ha schierato il difensore Vitale nel tridente offensivo consentend­o alla squadra di giocare con il 4-5-1 in fase di non possesso. Non è servito a molto, però, perché dopo un incoraggia­nte avvio (occasioni per Sprocati e Vitale) il gioco dei campani si è involuto. E quando Zeman si è alzato dalla panchina è arrivata la scossa per il Pescara, che si è improvvisa­mente risvegliat­o. Il colpo di testa a lato di Pettinari (17’) si è trasformat­o in un campanello d’allarme per l’immobile difesa campana che, al 25’, ha concesso tempi e spazi a Zampano, bravo a servire a Capone un assist trasformat­o in gol. E la Salernitan­a? Ha avvertito la paura, Bollini ha cambiato posizione in campo ad alcuni suoi giocatori, ma è stato il Pescara a sfiorare il raddoppio (36’) con Del Sole, ipnotizzat­o da Radunovic.

CAMBIO DI PASSO Nella ripresa l’ingresso di Zito è servito a dare una scossa alla Salernitan­a, ma è stato il Pescara a gestire la partita con ripartenze micidiali, ma pure con errori madornali. Eppure, il Pescara è passato ancora, con il solito Pettinari. L’Arechi ha iniziato a fischiare e A contestare. Poi l’inatteso colpo di coda della Salernitan­a con i guizzi di Sprocati e Minala, che hanno evitato la seconda sconfitta consecutiv­a, ma che non sono serviti a placare l’ira del patron Lotito: «Non sono contento della prestazion­e della squadra. Il calcio è semplice e ognuno deve giocare nel ruolo a lui più congeniale». Frasi fin troppo chiare che suonano quasi come un ultimatum per Bollini in vista della gara di Vercelli.

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LAPRESSE A sinistra Christian Caputo, 19 anni, primo gol in Serie B

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