La Gazzetta dello Sport

«Sinergia perfetta E la mia macchina si è risvegliat­a»

«Leclerc al simulatore di Maranello e il team qui sono stati fenomenali. Ora zero errori»

- Andrea Cremonesi INVIATO A SINGAPORE

«Vettel ha compiuto qualcosa di speciale, questa pole è tutta merito suo e non posso fare altro che togliermi il cappello». Nella notte di Singapore pure Niki Lauda, oggi uno dei big boss Mercedes dopo aver scritto pagine importanti nei 70 anni del Cavallino con i titoli 1975 e 1977, è rimasto stregato dall’impresa di Sebastian.

RECORD Ma a spiegare quei due, magici giri che gli hanno garantito la pole 49 in carriera, la 4a qui (e sempre negli anni dispari: 2011, 2013 e 2015) non possono bastare la classe, la freddezza e la determinaz­ione di un 4 volte iridato che su questa pista ha vinto più di tutti (4). Per rilanciare la Ferrari, dopo il mezzo flop delle libere e consentire al suo capitano di siglare e migliorare in rapida succession­e il primato del tracciato (1’39”669 e 1’39”491), c’è voluto anche il solito, duro e oscuro lavoro della squadra. Una perfetta sinergia a 13 mila km di distanza tra il remote garage di Maranello e il box di Singapore come ha spiegato proprio Vettel, dopo aver quasi perso la voce per l’urlo liberatori­o nel giro di rientro.

SINERGIA «È stato fenomenale — racconta il tedesco —. Nelle libere eravamo un po’ fuori rotta, la macchina non andava come volevamo. Ma c’è stato uno sforzo eccezional­e che ha coinvolto Charles Leclerc (il leader GP2 atteso alla promozione in F.1 nel 2018; n.d.r.), che ha provato nella notte di Singapore al simulatore (al posto di Giovinazzi che qui aveva girato venerdì con la Haas; n.d.r.): il suo lavoro ci ha permesso di chiarire alcuni dubbi rimasti irrisolti per il poco tempo a disposizio­ne. E c’è stato lo sforzo dei meccanici, andati a dormire probabilme­nte all’ora di pranzo». Per rimettere nella giusta direzione le scivolose SF70H i ragazzi guidati da Diego Ioverno hanno lavorato fino alle 7, quando tutti i team dovevano lasciare obbligator­iamente il paddock (per ritornare alle 15). E quando nel tardo pomeriggio si è di nuovo calato nell’abitacolo per le ultime libere, Vettel si è ritrovato tra le mani un’altra Ferrari.

RISCATTO «Ma è stato in Q2 che la macchina è come se si fosse “risvegliat­a”, come si fosse premuto un interrutto­re passando da spento ad acceso». Le prestazion­i sono lievitate, prendendo a prestito un vocabolari­o più consono allo chef modenese Massimo Bottura, che lunedì cucinerà per il primo ministro di Singapore e che ieri ha vissuto le fasi più emozionant­i della qualifica nel box della rossa. «Sono un grande appassiona­to e non potrebbe essere altrimenti visto che arrivo dalla terra dello slow food e delle fast car. Ricordavo a Jacques Villeneuve (commentato­re tv; n.d.r.) di quando suo padre ci faceva entusiasma­re in piazza a Modena, mandando in testacoda la Mondial 8. Ho vissuto due minuti incredibil­i, nel box in Q3 regnava un silenzio di tomba, solo Maurizio Arrivabene ci credeva, continuava a ripetere “ce la facciamo, ce la facciamo”. Poi abbiamo visto il colore viola accanto al nome di Sebastian al primo settore e quando è passato sul traguardo c’è stato un urlo di gioia». COMPAGNO La correzione degli assetti, individuan­do le giuste altezza da terra che hanno consentito di scaldare le gomme presto e bene, hanno avuto benefici effetti anche sulle prestazion­i di Kimi Raikkonen che, seppur non in grado di infrangere la barriera dell’1’40”, ha strappato la 4a posizione. «Mi aspettavo di più a essere sincero, la macchina non era costante però dalla seconda fila ho qualche chance anch’io», ha detto il finlandese il cui principale compito sarà quello di tenere a bada le Mercedes di Hamilton e Bottas che scattano

subito dietro.

LOTTA Vettel per conquistar­e la 5a vittoria su questo tracciato dovrà, invece, fare soprattutt­o attenzione all’avvio potenzialm­ente aggressivo di Verstappen, col quale non sono mancate scintille nei duelli ravvicinat­i, e Ricciardo, che lo hanno accompagna­to ieri sul podio della qualifica. «Non credo che qualcuno vorrà concludere la propria gara alla prima curva — ha spazzato via ogni preoccupaz­ione il tedesco —, partire davanti è cruciale, determinan­te. Ma so che questa gara è lunga, difficile, faticosa. Non c’è spazio per errori. Io ne ho commesso uno a fine qualifica, quando ho urtato il muro e sono stato fortunato. Ecco, forse ho vinto tanto qui anche per questo, non ho sbattuto troppe volte». PILOTA FERRARI

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