Rea domina, poi le Ducati Sykes che botto: non corre
L’epilogo di una giornata di fuoco e fiamme è stata la 10a decima perla di un Jonathan Rea ormai a un passo dal terzo Mondiale di fila. Nel primo round in Portogallo c’è stata la grande paura per la violenta caduta del compagno di squadra Tom Sykes, il solo a poter rimandare la festa del Cannibale.
CHE PAURA Nella terza sessione di libere, il 32enne britannico iridato 2013 ha perso il controllo sullo scollinamento verso la curva 9, venendo catapultato in aria dalla Kawasaki, che dopo l’impatto col terreno ha perso copiosamente benzina andando a fuoco. Sykes, solo sfiorato dall’incendio, è rimasto con la mano sinistra sotto la moto subendo la frattura e serie ferite al mignolo. Oggi sarà operato a Barcellona e rischia di saltare anche il round del 1° ottobre a Magny Cours. I soccorritori hanno impiegato diversi minuti a spegnere il fuoco: se Sykes fosse stato investito dalla benzina sarebbe stata una tragedia. GARA PERFETTA La strada era spianata, ma Rea non ha cambiato strategia. Ha firmato la 4a pole in stagione, poi ha disputato la gara perfetta: è partito a razzo e raggiunti i 6” di vantaggio si è messo a fare il turista. I numeri di Rea, 30 anni, la moglie Tatiana incontrata nel paddock e due figli già veloci nel minicross, sono da pilota ormai illegale per questa categoria. Con questa fanno 10 vittorie in 19 gare: ha disertato il podio solo in gara 1 a Donington per lo scoppio della gomma posteriore. In Sbk è arrivato a fine 2008, debuttando qui con un 3° posto. Da allora ne ha vinte 48 e ormai vede il mitico Troy Bayliss (52 trionfi), col più vincente di sempre, Carl «King» Fogarty, 59, a tiro.
DOPPIO PODIO La Ducati reduce dal doppio trionfo tedesco, stavolta è stata inerme contro lo strapotere Kawasaki. La scivolata in Superpole ha complicato i piani di Chaz Davies costretto a scattare in terza fila. Quando il gallese si è districato dal gruppo, Rea era già invisibile. Fine delle trasmissioni. Con l’altra rossa, Marco Melandri è scattato in scia al favorito «ma poi ho cominciato a perdere aderenza, non avevo più fiducia, di questa gara salvo solo il podio». Che è stato a forte rischio, perché nel finale lo splendido Leon Camier ha portato la vetusta MV Agusta in scia alla Ducati: se il britannico non avesse rotto in Superpole (4a fila) l’esito del derby italiano sarebbe stato diverso. Quinto, a 13” da Rea, l’olandese Michael van der Mark, pupillo Yamaha che domenica dovrebbe prendere il posto di Valentino Rossi. Sempre che il campionissimo fermo per la frattura della gamba destra non rientri a sorpresa. Oggi alle 16 italiane si replica, ma chi può fermare un Rea così?