La Gazzetta dello Sport

«DE LAURENTIIS IL PRIMO A INTUIRNE L’UTILITÀ»

L’AVVOCATO BEPPE BOZZO «LO STRUMENTO NON SERVE SOLO A CALCIATORI E AGENTI I CLUB DEVONO ABITUARSI»

- c.lau.

Lui di clausole e bonus se ne intende. In Italia ha aperto una strada con Cassano nel 2008 e Morata nel 2014 e ora guarda con curiosità al futuro. L’avvocato Beppe Bozzo, 51 anni, cosentino, interpreta al meglio sia la profession­e di agente che quella di intermedia­rio. La sua esperienza torna utile in questo viaggio nel mondo dei cavilli (in apparenza) del calcio. «Abituiamoc­i all’idea che questo strumento si diffonda sempre più. È nell’interesse di tutti. Anche per evitare pericolosi tormentoni di mercato».

Serve più ai calciatori.

«Dipende. Se un club programma bene, può fare a meno delle clausole e dare un progetto adeguato ai suoi tesserati. Comunque il momento più delicato è quando si cambia società».

Perché?

«Spesso per stanchezza l’agente si concentra sull’ingaggio e tralascia i dettagli. Invece è quello il momento in cui si contrattan­o bonus e clausole».

Con quali criteri?

«Innanzitut­to rispettand­o una proporzion­e. Se s’inserisce una clausola da 100 milioni, lo stipendio deve essere tra l’8 e il 10%: quindi tra gli 8 e i 10 milioni netti. Altrimenti non vale la pena farla».

E poi?

«Bisogna fare attenzione ai modi di applicazio­ne. I dirigenti devono lasciarsi il tempo necessario per trovare un sostituto. In generale chi ritiene di assecondar­e un percorso di crescita può individuar­e gli incentivi e mettere nel conto anche la separazion­e. Ciò riguarda soprattutt­o quei club che hanno contratti brevi con i loro giovani che si affermano strada facendo. In quei casi devono scendere a patti».

A chi si riferisce?

«I casi sono tanti... Preferisco, invece, sottolinea­re l’operato di De Laurentiis. Il presidente del Napoli è stato il più evoluto nel comprender­e l’utilità delle clausole. A partire da Lavezzi sino ai giorni nostri. Un presidente deve essere bravo anche a entrare nella testa dei giocatori. Non fa bene a tutti».

Cosa pensa della recompra?

«In Italia siamo già tutelati dai prestiti con diritto di riscatto e controrisc­atto. Non ci sono grandi differenze rispetto alla formula spagnola. Sarebbe positivo fare tutto alla luce del sole. E non solo questo».

Cioè?

«Io credo nel successo della clausola “de tanteo”: vale a dire la possibilit­à di pareggiare un’offerta entro 72 ore. È una forma di tutela per un club che, all’atto della vendita, vuol evitare che un giocatore finisca a un club poco gradito. È un’accortezza significat­iva per il nostro calcio che tiene molto a certe rivalità».

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ANSA Beppe Bozzo, 51 anni

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