La Gazzetta dello Sport

Bernardesc­hi vola «Imparo alla Juve e mi prendo l’Italia»

Dopo il primo gol, l’esterno è pronto a svoltare «In panchina cresco, che mentalità i bianconeri»

- Massimo Cecchini INVIATO A FIRENZE

Un percorso può ruotare anche intorno a tre parole. Federico Bernardesc­hi lo sa e, ripetendol­e più volte, le pianta sul suo cammino per indirizzar­e il futuro nella Juventus e nella Nazionale. Eccole: orgoglio, titolare, leader. Si parte dalla prima per arrivare all’ultima, e in mezzo c’è di tutto. Costo del cartellino (40 milioni), gratitudin­e, pazienza, personalit­à e molto altro. Una garanzia però c’è già: il decollo è cominciato. «La mia stagione non è cominciata con il gol di Bergamo – dice – ma dal primo giorno alla Juve. Sono orgoglioso di quanto ho fatto finora, perché sono arrivato in una squadra negli ultimi anni ha vinto tantissimo ed è fra le più importanti d’Europa. Fare la panchina non è stato un dramma. Anzi, mi ha fatto crescere. È giusto l’apprendist­ato e non pensare di fare subito il titolare. Quando si cambia squadra si trovano abitudini diverse. Nella Juve mi ha colpito la mentalità e purtroppo non l’acquisisci in una settimana, occorre tempo. Tutti, dal presidente al magazzinie­re, pensano solo a vincere. Se uno non si allena al 100% ti passano sopra. La cultura del lavoro è fondamenta­le. Il rapporto con Allegri, poi, è sempre positivo. Mi ha aiutato a inserirmi dandomi fiducia, anche solo per 10-20 minuti. Poteva fare anche scelte, ma se preferisce me e una cosa da recepire in modo ottimo. D’altronde, era successo anche Dybala. Non sono il primo né l’ultimo caso. Bentancur, ad esempio, è bravissimo, ma se ci fossero stati tutti i centrocamp­isti, avrebbe giocato così tanto?».

LEADER Il piano è già chiaro nella testa di Federico. «Mi sono dato degli obiettivi. Questo deve essere un anno importante per dimostrare che posso essere un titolare della Juve, un punto fermo». Insomma, un leader che poi trascini anche la Nazionale. «Ora il titolare è Candreva perché ha sempre dimostrato di poterlo fare bene. Io sto cercando di fare bene alla Juve per essere poi titolare in azzurro. Ognuno deve aspirare al massimo. Nell’Italia c’è voglia di rivincita. Andare al Mondiale è una cosa che sogni fin da piccolino, anche perché nel 2006 tifavo l’Italia ed ero in piazza. Per questo, dopo Russia 2018 avrò già esperienza e voglio fare cose importanti. Sono pronto anche a fare il leader in un gruppo nuovo. Non ho paura, giocando poco, di perdere il Mondiale. Ormai sono anni che faccio parte del giro, ho fatto un Europeo e Ventura mi ha confermato fiducia. Anche chi gioca meno è un profession­ista che si allena sempre. Se ti mancano minuti nel club e poi arrivano attestati di stima in Nazionale, è un orgoglio personale». Bernardesc­hi poi esalta la linea verde. «Occorre uscire dalla visione del giovane italiano. All’estero ci sono molte più strade. Certo, si possono sbagliare delle gare, ma fino a 2-3 anni fa non eravamo considerat­i, adesso le cose sono cambiate. Non ci sono mai stato tanti giovani in azzurro e il merito va a noi, ai club e alla Nazionale». E a chi gli chiede se un giorno vedrebbe Allegri c.t., replica: «Ha vinto tanto, ha esperienza: perché no? Penso che per la Nazionale si debba volere sempre il meglio».

VIOLA E SOCIAL Federico, infine, affronta senza reticenze il doloroso divorzio dalla Fiorentina, con coda volgare sui social. «Un profession­ista fa le sue scelte e io volevo cambiare. Auguro ogni bene ai viola, a cui sarò sempre grato, ma ora sono orgoglioso di far parte della Juve. Perciò, se avrò un rigore contro la Fiorentina lo tirerò, perché adesso faccio parte di un’altra squadra». Il web però non è stato tenero con lui. «Un profession­ista deve accettare le critiche, ma i leoni da tastiera insultano, augurano morti. Sono cose pesanti, che vanno oltre il tifo. Ho messo una foto di mia sorella Gaia incinta (proprio in questi giorni è nata sua nipote Olivia, ndr) e c’è gente che ha augurato la morte della bimba prima che nascesse. Che c’entra col calcio? Il calcio è amore per la propria maglia, non queste pochezze umane. Io per fortuna ho basi solide, altri invece soffrono, c’è anche gente che si suicida. Cose del genere sono una macchia per la nostra società». Difficile dargli torto.

SE A TORINO NON TI ALLENI AL CENTO PER CENTO TI PASSANO SOPRA FEDERICO BERNARDESC­HI SULLA JUVENTUS SONO PRONTO A FARE IL LEADER NEL FUTURO GRUPPO AZZURRO FEDERICO BERNARDESC­HI SULL’ITALIA

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GETTY Federico Bernardesc­hi, 23, è stato acquistato nell’ultima sessione dalla Fiorentina per 40 milioni

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