La Gazzetta dello Sport

GIOVANI, NELLA NCAA DIVENTERET­E UOMINI

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Sento dire che le giovani promesse italiane stanno troppo bene nel loro Paese, che non hanno voglia di andare all’estero per farsi le ossa. È forse per questo motivo che le nazionali under italiane sono fra le prime nazioni d’Europa e poi nessuno di loro emerge per diventare un giocatore importante al livello di Serie A, di Eurolega o per la Nazionale? Per chi non lo sa, questo è l’argomento del giorno nel mondo del basket in Italia.

Oltre 30 anni fa sono stato coinvolto in un progetto che mandò un ragazzo italiano negli Usa. Marco Baldi, pivot di 2.11, classe ‘66, con il benestare della mia Olimpia Milano, negli Anni 80 fece due anni di high school negli Usa (il secondo a Long Island Lutheran, sotto il grande coach Bob McKillop, che ha tirato fuori Steph Curry a Davidson), poi tre anni a St. John’s. Tuttora, Marco dice che è stata l’esperienza che gli ha cambiato la vita: uomo di mondo, fluente in inglese, giocatore anche all’estero, oggi scout per i Washington Wizards. Chiedete a lui come l’esperienza l’ha cambiato come giocatore e come uomo.

Tomas Ress ha fatto tre anni a Texas A&M. In Italia, ha vinto 8 scudetti: 7 con Siena e, l’anno scorso, con Venezia. Ogni tanto, nei prepartita, incrocio Tomas e, spesso, parliamo della sua permanenza negli Usa, e mi spiega tutto in un inglese perfetto: nel Texas non gli regalarono nulla. Lì ha imparato a combattere per guadagnars­i minuti, lavorare duramente per migliorare. Il risultato? Un grandissim­o uomo. Voleva ritirarsi qualche anno fa ma la Reyer l’ha pregato di restare. Sanno riconoscer­e un super leader quando lo vedono!

Ancora più fresco un altro trio andato negli States. Amedeo Della Valle (high school più 2 anni a Ohio State, poi tornato tre anni fa), Federico Mussini (due anni a St. John’s, appena tornato a Reggio Emilia), e Davide Moretti (debutterà quest’anno a Texas Tech). Devo dire questo: il rilascio del tiro di Della Valle, già rapido, è diventato ancor più rapido dopo il tempo trascorso negli Usa. L’ho anche visto con grande personalit­à, senza paura nei momenti caldi. Io? Manderei ogni ragazzo italiano promettent­e negli Usa a fare liceo e college. La Ncaa è la «Fabbrica del Basket».

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