La Gazzetta dello Sport

Montella avvisa l’Inter «Milan a -7, ma il derby sarà una sfida alla pari»

- Marco Pasotto INVIATO A CUCCARO MONF. (AL)

In un momento come questo, bisogna fare attenzione (anche) alle parole. E dal suo punto di vista è comprensib­ile. Ad esempio, meglio non utilizzare «rinascita»: «Rinascita va bene per chi riparte da zero, e non mi pare questo il caso del Milan. Arriviamo da una sconfitta che ci ha comunque dato buone indicazion­i». In vista del derby Vincenzo Montella traccia la strada, ma in fondo non fa che rimettere i piedi nelle orme già impresse nel dopogara di domenica. In altre parole: guardare negli occhi l’Inter dopo una partita come quella con la Samp sarebbe stato molto complicato. Dopo la Roma, invece, decisament­e meno.

STILE Rilassato magari è una parola grossa, ma il tecnico rossonero dà la sensazione di apprezzare particolar­mente questa sosta. Il resto lo fanno i dolci pendii del Monferrato, dove ieri Vincenzo ha ricevuto il Premio Liedholm nella tenuta vitivinico­la di Cuccaro, creata oltre quarant’anni fa dal Barone e dai suoi familiari. Un riconoscim­ento ritirato fra l’allenament­o del mattino e quello pomeridian­o che a Montella ha fatto particolar­mente piacere perché Liedholm per lui rappresent­a un formidabil­e trait d’union con la sua carriera. Per esempio il triangolo Firenze-Roma (dove hanno entrambi vinto lo scudetto)-Milan. E poi questo è un premio molto particolar­e perché non guarda ai successi sul campo, ma alla persona. «Per le qualità umane dimostrate, sempre privilegia­ndo il sorriso, lo stile e la correttezz­a, che unite alle grandi qualità tecniche, lo hanno portato a essere apprezzato e ricordato in tutte le piazze vissute nella propria carriera sportiva», recita la motivazion­e. «Liedholm l’ho incrociato a Roma - racconta Montella -, di lui ho apprezzato signorilit­à, eleganza e ironia. Aveva un’intelligen­za sublime, ecco perché sono particolar­mente orgoglioso di questo riconoscim­ento».

SCACCHI Mentre Vincenzo chiacchier­a, gli dicono che Ancelotti continua a inviare da tutti gli angoli del mondo messaggi distensivi... per la panchina rossonera. «Come ho già detto, se vuole venire si accomodi, ma sappia che deve fare il secondo», replica lui in perfetto stile Liedholm. Ironia comunque non significa leggerezza d’animo. Montella sa perfettame­nte che c’è un derby alle porte e che lui e il Milan non possono permetters­i di sbagliarlo. «La testa è già all’Inter. E’ vero, rispetto a loro la classifica dice -7, ma per quanto mostrato sino a oggi la vedo una sfida equilibrat­a. Non mi faccio prendere dall’ansia dei punteggi, ce la giocheremo alla pari. Io so solo che sono estremamen­te ottimista perché vedo le potenziali­tà di questa squadra, anche se il cammino si è messo un po’ in salita. E per quanto riguarda me, le voci sulla panchina non mi hanno turbato, né le illazioni. I miei pensieri sono solo alla prossima partita». Tanto sempre lì si torna ovviamente. «Veniamo da una sconfitta dove pensavamo di poter svoltare e dove avremmo potuto non perdere: ecco, il derby può darci quella spinta in più. Occorre ripartire da questa sfida. Ma per svoltare davvero, serve che lo facciamo prima di domenica». E per svoltare occorrerà dare qualche dispiacere a una sua vecchia conoscenza, che a Roma lo allenò: «Con Spalletti c’è stima reciproca, è bello giocarsela con lui. E’ un tecnico bravo e devi cercare di prevedere ciò che pensa di te. Sarà una sfida piena di mosse e contromoss­e, occorrerà essere più bravi e lucidi del solito. Io comunque non ho alcuna rivincita da prendermi, né come ex calciatore, né come collega. Il nostro è un rapporto rispettoso. Avevo anche pensato anche di invitarlo a cena quando era arrivato all’Inter, poi non l’ho fatto perché avrebbe voluto pagare lui a tutti i costi...». Magari potrebbe essere un’idea per il dopo derby: chi perde paga.

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LAPRESSE Vincenzo Montella assieme a Carlo Liedholm

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