L’amico Pandev: «Un pareggio e divento italiano»
Macedone: «Aspetto il passaporto, questa è la mia seconda casa. E a Buffon voglio segnare ancora»
Quasi romantico, Goran Pandev. Alla faccia della freddezza dei numeri: «È sempre bello affrontare Buffon, grande uomo e grande portiere. Ma io e Gigi ormai ci avviciniamo alla fine della carriera: gli ho fatto 4-5 gol, lui contro di me ha vinto diverse partite. Magari gliene segno un altro e la chiudiamo lì: un pareggio e siamo tutti contenti». Pandev ha sbagliato per difetto: in carriera a Buffon ha segnato sei volte. Ma senza mai vincere, appunto. Conosce bene l’Italia («Ha diversi assenti e altrettanti giocatori che possono far bene al loro posto») e i difensori azzurri: «Di sicuro non gli faremo dieci gol, ma ci proveremo. Anche perché non abbiamo niente da perdere». La strategia non è segreta: «Difendere bene, ripartire bene». Come a ottobre, a Skopje, il termine di paragone su cui insiste con una punta di orgoglio il c.t. Angelovski: «Cercheremo una partita come quella dell’andata. E come ne abbiamo fatte tante in queste qualificazioni. L’Italia ha cambiato diversi sistemi di gioco, ma sappiamo che giocherà con il 3-4-3: ci siamo preparati bene per affrontarla». All’andata sfiorarono davvero l’impresa i macedoni: avanti l’Italia con Belotti, poi la rimonta firmata Nestorovski e Hasani: sogno infranto nel quarto d’ora finale, doppietta di Immobile, gol del 3-2 al 90’.
CITTADINANZA Pandev intanto rivela di essere vicino a ottenere la cittadinanza Italiana: «Sto aspettando il passaporto, l’Italia è la mia seconda casa. Anche per questo si tratta di una sfida speciale per me. Speriamo di fare una grande partita, abbiamo molti giovani interessanti e un buon futuro».