La Gazzetta dello Sport

Uran re a Superga Assolo con vista sul Lombardia

Show del colombiano nei 3 km finali: sua la 97a MilanoTori­no davanti ad Adam Yates

- Ciro Scognamigl­io INVIATO A COLLE DI SUPERGA (TO)

Con Rigoberto Uran non bisogna commettere l’errore di fermarsi alle apparenze: portano fuori strada. Pensi che sia vecchio e la carta d’identità dice 30 anni appena. «È perché sono passato profession­ista prestissim­o, nel 2006». Poi rifletti sul fatto che abbia vinto poco – dieci successi – e rischi di dimenticar­ti quanto sia forte uno capace di arrivare due volte secondo al Giro (2013-2014), secondo al Tour (quest’anno), secondo all’Olimpiade (Londra 2012)… «Se penso a tutti questi piazzament­i? Oh no. Per me quando una corsa è finita, è finita. Altrimenti dovrei smettere!», e giù una franca risata.

STELLE Stavolta sono i panni del vincitore che gli toccano. Uran, in cima al Colle di Superga, ha firmato la 98a edizione della Milano-Torino, la classica più antica del calendario mondiale (primo atto nel 1876), organizzat­a da Rcs Sport/Gazzetta, che ha parlato di nuovo colombiano dopo il successo di Miguel Angel Lopez un anno fa. Nobilitata da un cast stellare (al via c’erano Quintana, Dumoulin, Aru, Pinot…), la corsa ha tenuto fede alle attese. E’ stata veloce (oltre 42 di media), bella, vibrante. E già prima della seconda e ultima scalata a Superga ha offerto emozioni: dal tentativo da lontano di Alaphilipp­e al test agonistico della maglia rosa in carica Dumoulin in vista del Lombardia, fino alla strategia offensiva della Movistar. A tre chilometri dalla fine, poi, erano rimasti in pochi quando Uran ha calato sul tavolo le proprie carte. Strategia o LEADER DELLA CANNONDALE improvvisa­zione? «Più la seconda. Non pensavo di muovermi così presto. Però ho visto facce stanche, si è creato un buco, e sono partito». Dopo il tentativo di resistenza della promessa francese Gaudu, il colombiano della Cannondale, guidato in ammiraglia da Fabrizio Guidi, ha fatto il vuoto e contenuto bene la rimonta del britannico Adam Yates. «L’ho visto con la coda dell’occhio all’ultima curva. Ho pensato che non mi sarebbe venuto a prendere». Fabio Aru in crescita si è andato a prendere il terzo posto davanti a Quintana, che ha pedalato meglio del previsto.

PAROLE Uran era già considerat­o tra i nomi ‘caldi’ per il Lombardia di domani. Adesso ne è diventato uno dei favoriti, anche perché il legame che ha con la classica delle foglie morte (l’ultimo Monumento della stagione) è davvero speciale. «È in Lombardia che ho vissuto per anni, appena arrivato dalla Colombia. Ed è il Lombardia la prima corsa importante in cui mi sono messo in luce. Arrivai terzo nel 2008. Poi ho concluso terzo nel 2012 e l’anno scorso. Quella volata persa a Bergamo contro Chaves e Rosa ancora me la ricordo. Il percorso è ottimo per me. Voglio rifarmi». La sensazione è che Uran col tempo sia cresciuto anche mentalment­e. Non ha perso la calma quando il suo team manager Jonathan Vaughters, causa mancanza di sponsor, aveva paventato durante la Vuelta la scomparsa della squadra, per la quale Rigoberto aveva appena firmato un rinnovo triennale. Era stato lanciato pure il crowdfundi­ng. «Ma la stagione era andata bene, io ero sicuro che i problemi si sarebbero risolti e infatti è arrivato uno sponsor nuovo per il ciclismo (Education First, che organizza soggiorni per lo studio delle lingue, ndr)». E al Tour è stato battuto soltanto da Froome, per appena 54”. «Ho accumulato ritardo nella prima crono a Dusseldorf, poi lui aveva un team più forte del mio. La differenza è stata questa. Mi hanno rimprovera­to di non avere attaccato in salita. Ma come fai, quando a pochi chilometri dal traguardo il tuo rivale ha ancora cinque compagni vicino? Quegli scatti servono per la television­e, io non ne ho bisogno». Uran, semmai, avrebbe bisogno di un successo ancora più importante della Milano-Torino. Magari una classica monumento. Magari il Lombardia di domani. L’occasione perfetta.

 ?? BETTINI ?? Rigoberto Uran, 30 anni, festeggia la decima vittoria in carriera, la terza in linea dopo Gran Piemonte 2012 e Gp Quebec 2015
BETTINI Rigoberto Uran, 30 anni, festeggia la decima vittoria in carriera, la terza in linea dopo Gran Piemonte 2012 e Gp Quebec 2015

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