Zanardi e Tamberi portano a scuola la forza del dolore
Complesso scolastico a Posta un anno dopo il terremoto: «Noi sappiamo come si rinasce»
Rinascita. Si parte da questa parola e da due che se ne intendono. Anche se in maniera diversa e con al centro lo sport. La scena è quella di due luoghi simbolo e di ciò che sta intorno: Amatrice e Posta, con il terremoto dello scorso anno a sconvolgere famiglie, persone, edifici. In mezzo ci sono ancora macerie, strade chiuse, ponti bloccati. Il lavoro aiuta a ritrovare quella normalità di vita che passa attraverso gesti e impegni quotidiani. Come quello di essere a scuola. Anche per questo, ieri è stata una giornata importante. Non solo perché a inaugurare quella nuova (e provvisoria) di Posta e a incontrare gli studenti di Amatrice c’erano Gianmarco Tamberi, caviglia spezzata prima di Rio 2016 a risvegliarlo dal sogno di una medaglia olimpica nel salto in alto, e Alex Zanardi, incidente nel 2001 che gli ha tolto le gambe e fatto scoprire un nuovo mondo, a scambiarsi esperienze e consigli con ragazzi e ragazze che la vita ha già messo abbondantemente alla prova.
ISPIRAZIONE Era il primo incontro fra i due dopo quella dedica a Gianmarco («Mi diede la carica. Ecco perché ho l’emozione di un bambino con il suo supereroe») da parte di Alex («La feci perché in quei giorni Gianmarco è stato fonte di ispirazione, affrontava una grande ingiustizia con il sorriso») che aveva appena vinto l’oro nell’handbike ai Giochi. A studenti provati oltremodo dalla vita, hanno raccontato i loro stimoli per sapersi rialzare. Zanardi, secondo studi della Nasa, avrebbe dovuto essere morto, dopo sette arresti cardiaci e 50 minuti con un litro di sangue nel corpo: «Quando mi sono svegliato, c’era mia moglie Daniela. Toccava a lei dirmi che non avevo più le gambe. La mia reazione è stata una gioia immensa. Sono vivo, pensavo. Nei momenti di difficoltà, che sono stati tanti, guardavo gli altri, soprattutto le persone anziane che erano al centro protesi. I vecchi sono enciclopedie. Vederli impegnarsi per imparare a camminare è stata una grande ispirazione». Tamberi ha subito un in- fortunio che spesso è condanna nella sua disciplina: «Nulla rispetto a ciò che avete vissuto. Mi sono concentrato sulla semplicità. Tornato in pedana non superavo il metro e 80. Il mio ultimo salto era stato a 2.39. Come faccio, mi sono chiesto. Piccoli passi verso traguardi alti. Altrimenti il sogno non si trasforma in obiettivo».
OBIETTIVI Quello più lontano lo ha in comune con Alex e sarà a Tokyo: «Mantenere una scuola significa salvare una comunità»: è il preside a spiegare in maniera efficace l’importanza della struttura che ospiterà le attività scolastiche e socio educative di Posta, donata da Save The Children e realizzata grazie a Bmw Italia. E’ la stessa dove, sino a luglio, si sono svolte le attività del Centro Giovani 2.0 di Amatrice, punto di riferimento proprio nei giorni successivi al terremoto. Ricorda Sergio Solero, presidente di Bmw Italia: «Crediamo che ogni azienda debba supportare il territorio in cui opera e le persone che ne fanno parte. Non potevamo restare indifferenti. Telefonò Zanardi: se fate qualcosa ci sono. Abbiamo contattato Save the Children per realizzare quel centro diventato ora una scuola». Un impegno da mezzo milione di euro.