La Gazzetta dello Sport

Uran re a Superga Aru 3° e ottimista Domani sfidano Nibali al Lombardia

- di LUCA GIALANELLA email: lgialanell­a@rcs.it

Numero negli ultimi 3 km: al colombiano la prova generale della classiciss­ima

San Vincenzo Nibali? Certo, è lui che parte domani con cinque stelle nel pronostico del 111° Giro di Lombardia. Il campione multiuso, che vince i grandi giri e le grandi classiche, dà spettacolo sempre e non nega mai un sorriso o una foto ai tifosi, arriva alla corsa che sente di più nelle condizioni migliori (considerat­o il periodo dell’anno), anche se al termine di una stagione estenuante iniziata il 23 gennaio alla Vuelta San Juan in Argentina. Adesso, dopo 80 giorni di gara, il Giro (3°) e la Vuelta (2°), dopo otto corse a tappe e cinque gare in linea, il siciliano vuole il bis del 2015. Sul tracciato che si conclude sul lungolago di Como, con il Civiglio e il San Fermo della Battaglia negli ultimi venti chilometri, salite che esaltano al meglio il testa a testa, il duello.

Ma accanto a Nibali e ai francesi Pinot e Alaphilipp­e, al colombiano Uran, alla giovane Italia simboleggi­ata da Bettiol, Villella, Moscon e Ulissi, c’è un signore che vuole sparigliar­e il tavolo del Lombardia con una mano di poker. Un colpo a sorpresa. Ed è l’olandese Tom Dumoulin.

Sì, il vincitore del Giro d’Italia. Anche lì a sorpresa, ma con merito, Tom il Bello aveva centrato a maggio il top dei risultati della sua carriera. Alzi la mano chi pensava che avrebbe potuto vestirsi di rosa. Dopo il trionfo, poteva vivere di rendita. E invece no. Si è rimesso in gioco. Ha pensato alla seconda parte di stagione, ha ipotizzato una strategia per diventare il numero 1 al mondo, scalzando il belga Van Avermaet. Sfumato l’obiettivo per le brutte prestazion­i in Canada, a quel punto ha costruito l’ultimo mese di gare su due pilastri. Il Mondiale della cronometro a Bergen, e l’ha dominato. E il Giro di Lombardia. Sì. Per dimostrare di essere in grado di spostare sempre più in là i limiti. Per farsi ricordare con qualcosa di grande che illuminass­e sotto una luce nuova la maglia rosa di Milano.

Dumoulin al via del Lombardia con sogni di gloria è un bel segnale. Vuol dire anche quanto i campioni da grandi giri trovino nel percorso della Classica delle foglie morte (in particolar­e, in questo tracciato che arriva a Como) un trampolino per le proprie ambizioni. Non è un caso che, dopo l’era Bettini e quella di Gilbert, in cinque anni il Lombardia sia finito in quattro occasioni a corridori come Rodriguez (2 volte), Nibali e Chaves, tutti a proprio agio nelle corse a tappe. Dumoulin troverà nel Civiglio (4,2 km, media 9,7% e punte del 14%) l’ostacolo più duro. Magari non vincerà e non salirà sul podio, ma in ogni caso la sua scelta merita il nostro applauso.

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