La Gazzetta dello Sport

Domizzi e il vizietto del gol «E se tirassi pure i rigori...»

Inzaghi a Venezia ha un goleador in più. Il leader della difesa migliore della Serie B è tornato a segnare: «Ma ne ho sempre fatti tanti»

- Marco Guidi

C’è stato un tempo in cui Maurizio Domizzi era uomo da fantacalci­o. Trovatelo voi un difensore capace di realizzare 8 reti in un campionato di Serie A. Dieci stagioni dopo, il lupo ha perso il pelo, ma non il vizio. Sabato scorso, in casa della Ternana, una sua zuccata all’ultimo respiro ha regalato tre punti d’oro al Venezia d’Inzaghi. E non andate a raccontarg­li che il suo gol è frutto del caso. «Ne ho fatti 36 in carriera: se mi lasci saltare da solo in area...».

Difensore goleador. Batteva anche punizioni e rigori…

«Un po’ come Mihajlovic e Materazzi, che sono mancini come me. Con le punizioni però ho smesso e Inzaghi i rigori non me li fa calciare».

In compenso, a 37 anni Pippo l’ha resa il leader della difesa meno battuta della Serie B.

«È presto per fare consideraz­ioni, ma è indubbio che abbiamo mantenuto la stessa organizzaz­ione della scorsa stagione. Difendiamo bene di squadra e dietro abbiamo uomini più che affidabili per la categoria».

Che effetto le fa essere allenato da quello che un tempo era un suo avversario?

«È la prima volta che mi capita ed è un po’ strano. Inzaghi era sicurament­e più fastidioso in campo che da tecnico. Da attaccante ti faceva penare».

La scorsa giornata ha segnato anche Lucarelli del Parma, mentre in settimana Gilardino è sbarcato allo Spezia. Voi vecchietti non mollate.

«Siamo rimasti in pochi (ride

ndr). Credo sia tutta una questione di stimoli: quando sei giovane vai avanti per inerzia e il fisico ti aiuta, a 37 anni devi lavorare tanto sulla mente. Non tutti se la sentono».

Mai pensato al ritiro?

«Devo essere sincero, ero sul punto di appendere le scarpe al chiodo lo scorso anno. Ma non è facile dire basta, dopo 20 stagioni da profession­ista. Ti chiedi: “Che farò dopo?” Così, finché mi sento in grado di giocare, vado avanti».

E lo fa bene. È stato uno dei protagonis­ti della promozione, ora cosa chiede al suo Venezia?

«Di fare un campionato tranquillo. Siamo al primo anno di B, abbiamo in rosa tanti giocatori nuovi nella categoria. Stiamo andando bene, ma la classifica è corta e i conti si faranno solo da marzo in poi. A differenza della Serie A, in B gli equilibri sono molto meno marcati, anche perché si gioca di più e le big hanno più cali».

Su chi punta per la promozione in Serie A?

«Frosinone su tutte. Poi Empoli e Palermo».

Ogni anno in B c’è però una sorpresa.

«Occhio all’Avellino».

Domenica c’è Venezia-Carpi.

«Partita dura, il Carpi è una squadra abituata a questo campionato. Non sarà tra le favorite, ma ogni anno arriva in zona playoff».

Torniamo al Domizzi goleador. L’ultima rete in B l’aveva segnata col Napoli oltre 10 anni fa. Come è cambiata la categoria?

«Inutile negarlo: il livello è sceso in tutto il calcio italiano. Però ci sono le eccezioni. Per dire, l’anno scorso in Serie C c’eravamo noi e il Parma».

In A il «suo» Napoli è in testa da solo.

«Da quando c’è Sarri ha sempre giocato un gran calcio, ora finalmente ha imparato a vincere anche le partite sporche. Può essere l’anno buono».

Napoli campione d’Italia, ok. Ma quanti gol farà lei quest’anno?

«Minimo 4».

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LAPRESSE Maurizio Domizzi, 36 anni, a terra, fa festa con Bentivogli­o

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