Pordenone, niente vetta Col Gubbio si salva al 90’
PORDENONE Dino Pagliari ha reinventato il Gubbio. Non sarà forse la squadra brillante dell’anno scorso, ma quanto corre. E il Pordenone ha sofferto come mai gli era successo quest’anno, perdendo la possibilità di tornare in testa. In un match di boxe il braccio alzato dall’arbitro sarebbe stato quello degli umbri, senza tante discussioni. Invece è arrivato il gol sporco e pesante di Magnaghi, alla prima gioia con il Pordenone. L’ex Taranto ha salvato Colucci dalla prima sconfitta dell’anno, ma non ha smussato i meriti di Pagliari. Troppe dormite non autorizzate della difesa pordenonese. Il gol dell’1-0 di Marchi (32 anni con la voglia di un esordiente) è arrivato da una percussione bucata dai due centrali neroverdi; in occasione del 2-0 di Casiraghi ha coperto in ritardo Stefani. Nel mezzo il lancio cieco di Burrai e il gol in incursione di Ciurria. Dopo il gol di Magnaghi l’occasione del 3-2 umbro sprecata da Kalombo.
PASSO INDIETRO Il Pordenone ha pagato la rotazione e una rosa che si supponeva lunga, ma che al momento non garantisce un impegno uniforme se le gare diventano tante e ravvicinate. Il Gubbio è rinato: il pressing di Pagliari è ad alta tensione e le individualità finalmente vengono fuori. Ovazione del Bottecchia per il rientro di Berrettoni. Mancava da maggio per un grave infortunio al ginocchio destro. Con il suo dieci a posto, il Pordenone è più ricco. «La mia squadra – ha detto Pagliari – ha fatto un lavoro enorme». Critico Colucci: «Forse abbiamo chiesto troppo ai ragazzi negli ultimi giorni. Berrettoni, su una gamba sola e in 10’ ha fatto più di tutti gli altri».