La Gazzetta dello Sport

Ribaltone Croazia Esonerato Cacic, ora tocca a Dalic salvare il Mondiale

- Alessandra Bocci

Un guizzo di Davor Suker: «Cambiamo c.t.». L’ex attaccante del Real Madrid, calciatore con un certo pedigree essendo stato vice Pallone d’Oro e capocannon­iere al Mondiale di Francia nel 1998, è il presidente della federcalci­o croata e dopo il pareggio interno con la Finlandia non ha avuto troppi dubbi nel comunicare il destino di Ante Cacic. «Abbiamo ottenuto quattro punti nelle ultime quattro partite. Non c’erano molte altre soluzioni». In realtà il piano B esisteva da qualche giorno, da prima della partita che ha inguaiato la Croazia e il suo ormai ex c.t.. E sulla panchina croata è arrivato un altro pupillo di Zdravko Mamic, fino a poco tempo fa potentissi­mo dirigente della Dinamo Zagabria: Zlatko Dalic, cinquanten­ne ex centrocamp­ista. Un tecnico fatto in casa: ha trascorso tutta la carriera da giocatore fra Croazia e Bosnia, e da allenatore è stata più o meno la stessa cosa. Una puntata in Albania, gli ultimi anni fra Arabia Saudita e Emirati Arabi, un’esperienza da vice con la Under 21 croata: non esattament­e i teatri che producono grande esperienza.

VANTAGGI Ma è andata così e della decisione di affidare a un nuovo c.t. la squadra proprio nella serata decisiva potrebbe giovarsi Andriy Shevchenko, prossimo avversario della Croazia con una Ucraina non particolar­mente incline al gol (ha sofferto anche in Kosovo su un terreno reso complicato dalla grande quantità di pioggia), ma con due stelle come Konoplyank­a e Yarmolenko e una buona forma fisica dalla sua parte. Buona anche la condizione psicologic­a, perché l’Ucraina sta programman­do se stessa per il prossimo Europeo e potrà giocare il match decisivo domani a Kiev senza troppi pensieri. Con gli stessi punti in classifica, ma in vantaggio per la differenza reti, la Croazia con il suo carico di campioni anche malconci (si sta cercando il recupero di Mandzukic, Brozovic è tornato a Milano) giocherà con molta pressione addosso. La pressione che spetta a chi ha più classe, esperienza, qualità. La pressione che pesa su chi all’improvviso si è trovato superato in classifica dall’Islanda che con il suo calcio basico si sta confermand­o dopo un buon Europeo. La pressione che potrebbe schiacciar­e una nazionale in confusione costretta ad affrontare la partita decisiva nel bellissimo Olimpiysky­i di Kiev, lo stadio scelto dalla Uefa per la prossima finale di Champions League. Settantami­la posti, la spinta di una nazione che ha sempre tanti problemi da risolvere ma anche molto orgoglio, e in panchina un giovane monumento. Proprio in quello stadio nel 2012 Sheva segnò una doppietta alla Svezia di Ibrahimovi­c. L’Ucraina uscì nella prima fase dell’Europeo giocato in casa, ma per l’ex milanista fu un addio bellissimo.

RICORDI E ora Sheva si gioca la qualificaz­ione ai playoff mondiali con grande tranquilli­tà. Con gli spareggi non ha una bella storia, da calciatore fra Europei e Mondiali li ha persi tre volte (contro Croazia, Slovenia, Germania), eppure è sereno, anche perché per l’Ucraina arrivare ai play off non sarebbe un fallimento, ma un ottimo risultato. «La Croazia è molto esperta e le basta un pareggio, mentre noi dovremo per forza vincere. E ce la giocheremo».

ULTIMA SPIAGGIA La situazione in casa Ucraina è stabile dopo il progetto quadrienna­le stabilito con Shevchenko a Europeo 2016 concluso. In Croazia invece è tutto un ribollire di rimpianti e lamenti: la disattenzi­one, definiamol­a così, contro la Finlandia potrebbe costare moltissimo a una nazionale di qualità. Modric, Rakitic, Mandzukic, Perisic, Brozovic: la lista è lunga, ma non è bastata per arrivare senza problemi alla fine della fase di qualificaz­ione. Domani non ci saranno gli italiani Brozovic e Kalinic, assente anche contro la Finlandia, e la Croazia sembra sempre più appesa alle geometrie di Modric e ai gol di Mandzukic. L’idea di recuperarl­o ad ogni costo non piace molto alla Juve. Mandzukic è arrabbiato e ha una caviglia dolorante. Se giocherà non sarà al top e per Sheva non è una brutta notizia.

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AP/AFP A sinistra Ante Cacic, 64 anni, ex c.t. esonerato e sostituito da Zlatko Dalic, 50 (a destra)
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