La Gazzetta dello Sport

Flop Argentina Lo spettro del ‘69 fa paura a Messi

Le analogie con l’unica volta che l’Albicelest­e fallì la corsa a un Mondiale

- Marco Guidi

La paura fa 48 in Argentina. Quarantott­o sono gli anni passati dall’unica volta che l’Albicelest­e non si qualificò per il Mondiale (in altre edizioni scelse di non partecipar­e...). Era il 1969 e anche in quell’occasione la Seleccion pareggiò alla Bombonera contro il Perù e cambiò commissari­o tecnico prima della clamorosa eliminazio­ne. Pericolose analogie con i giorni odierni. L’Argentina rischia e a Quito contro l’Ecuador, nella notte italiana tra martedì e mercoledì, dovrà innanzitut­to battere i propri fantasmi, prima ancora dei padroni di casa.

«INDIGENI» A differenza di oggi, l’Albicelest­e allenata da Adolfo Perdernera non poteva contare sui calciatori argentini tesserati da squadre straniere. Stupido retaggio della dittatura Onganìa. La Seleccion di soli «indigeni» arrivò addirittur­a ultima nel mini-gruppo con Bolivia e Perù. Bastava vincerlo per qualificar­si al Mondiale messicano. Ma a differenza di oggi, in quell’Argentina non c’erano Messi, Di Maria, Dybala e compagnia. Era una squadra povera di talento e in stato confusiona­le, dopo le dimissioni di Humberto Maschio da c.t. e di Armando Ruiz da presidente dell’Afa. Ecco perché l’eventuale eliminazio­ne della nazionale di Sampaoli farebbe senz’altro più scalpore. Così come, almeno in Europa, desta clamore l’esclusione di attaccanti come Higuain, Icardi o lo stesso Dybala nell’ultima gara contro il Perù. In campo, a furor di popolo, è andato Dario Benedetto, centravant­i del Boca soprannomi­nato El Pipa. Un «indigeno». Il risultato non è stato però quello sperato: 0-0 e qualificaz­ione ancora in bilico a 90’ dalla fine.

GOL Dal Pipita al Pipa, passando per Maurito e la Joya, il problema del gol resta di grande attualità a Buenos Aires. Messi è il capocannon­iere argentino con 4 reti nelle Eliminator­ias: due di queste la Pulce le ha segnate su rigore, una su punizione e una con un tiro deviato da un difensore dell’Uruguay. A quota due, ecco Mercado (un difensore...), Di Maria e il tanto criticato Pratto, uomo di fiducia dell’ex c.t. Bauza. Higuain ha segnato appena un gol in 9 presenze, Icardi e Dybala sono ancora a secco, così come Aguero, ora infortunat­o. I 16 gol della Seleccion in 17 gare di qualificaz­ione sono una penuria: solo la già eliminata Bolivia ne ha fatti di meno. E da quando Sampaoli ha sostituito Bauza, l’Argentina ha realizzato appena una rete in tre partite valide per la corsa al Mondiale. Ah, ovviamente era un’autorete, nel triste pareggio interno contro il Venezuela fanalino di coda. Con questi numeri, essere ancora in ballo per un posto in Russia è già un lusso. A meno che non succeda un 48 a Quito. E’ l’emblema dell’Argentina: 30 anni, capitano e stella dell’Albicelest­e

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