Halep numero uno Ma è un circuito senza più padrone
La finale a Pechino la romena raggiunge la vetta: è la quinta a riuscirci in questa stagione
La vendetta è un piatto che va servito tra le lacrime. Mesi di frustrazioni, il traguardo del numero uno per tre volte tra le mani e per tre volte svanito dolorosamente, l’eterna fama di brava ma perdente. Poi, in una settimana, il destino restituisce alla Halep quanto le aveva sottratto in una stagione maledetta, mettendole di fronte a Pechino, una dietro l’altra, la Sharapova, la Kasatkina e la Ostapenko. Cioè l’odiata russa che l’aveva battuta agli Us Open, la russa minore che le aveva dato una spazzolata sette giorni fa a Wuhan e la lettone della mazzata in finale a Parigi, che le negò il primo Slam in carriera e il primato in classifica in anticipo. PECCATO ORIGINALE Simona stavolta ha fatto filotto e con la tripla rivincita, oltre a piangere in campo per la prima volta, raccoglie finalmente la vetta del ranking, sfuggitole al Roland Garros, a Wimbledon e a Cincinnati. E’ la 25a giocatrice della storia ad arrivare in cima dal 1975, e la prima romena (tra gli uomini c’è stato Nastase): tecnicamente e per rendimento, non è un’eresia, perché la figlia di due produttori di formaggi è la giocatrice in attività con più settimane consecutive nella top ten (da gennaio 2014) e ha vinto 6 tornei Premier 5 sui 15 complessivi in carriera. Ma, come altre 4 prima di lei (Pliskova, Wozniacki, Safina e Jankovic), sconta fin qui il peccato originale dello zero alla casella Slam conquistati. E lo sa: «E’ un sogno che si realizza, nei primi mesi è stata una stagione tormentata e non immaginavo nemmeno di potermi qualificare per il Masters, ma ora ho un sogno più grande: vincere finalmente uno Slam». Soprattutto, la Halep diventa la quinta numero uno dell’anno di un tennis femminile che ha perso certezze e le tradizionali padrone.
PRECEDENTE Era già accaduto nel 2008 (Henin, Sharapova, Ivanovic, Jankovic e Serena Williams) e allora come adesso fu un evento choc a determinare la girandola: nove anni fa fu l’improvviso e inatteso ritiro della Henin, oggi la maternità della Williams. Solo che quella Serena e quella Sharapova , tra un infortunio e l’altro, avevano il piglio delle dominatrici, queste sono due signore cariche di gloria chissà per quanto ancora concentrate sul tennis. E potrebbe non essere finita: da qui al Masters di Singapore di fine mese possono aspirare al numero uno anche Wozniacki, Venus Williams, Svitolina e Ostapenko. Più protagoniste, più spettacolo, più emozioni. Forse, ma così il circuito manca di carisma e appeal. Non è un problema tecnico, perché il livello è alto, come dimostrano le difficoltà dei ritorni di Sharapova e anche di Azarenka (in attesa di quello di mamma Williams) e perché Muguruza e Ostapenko, pur tirando forte, posseggono un tennis brillante e a fine carriera non saranno probabilmente lontane, per numero di Slam vinti, da una come la Hingis (che ne ha cinque). E’ assente la personalità, quella che produce scintille in ogni partita tra Serena e Masha, che crea brividi quando una nuova arrivata prova a scalfire i monumenti. Ma non è colpa della Halep. A proposito: auguri.