F. 1 in Giappone Rivediamo la sfida Hamilton-Vettel
Le novità malesi, riproposte in questo GP, prefigurano soluzioni per la vettura 2018 Hamilton firma la prima pole a Suzuka, polverizzando il record di Schumacher 2006
Un extraterrestre alla guida di una navicella spaziale. Ecco cosa sono stati Lewis Hamilton e la Mercedes nelle qualifiche di Suzuka. Per il tre volte iridato, quella in Giappone è la decima pole position della stagione, la numero 71 in carriera, la prima a Suzuka, l’unica pista dove ancora non era partito davanti a tutti. Ma è soprattutto il modo in cui è stata ottenuta a impressionare. «Una giornata perfetta per me e la squadra — ha detto Lewis —. La macchina era pazzesca. Abbiamo trovato il bilanciamento ideale e io mi sono divertito moltissimo, facendo un giro migliore dell’altro senza il minimo errore. La velocità in curva, con queste vetture è insana. Che sensazioni!».
DUE VOLTI Già, era incredibile vedere il ritmo di percorrenza della W08 e la rapidità nei cambi di direzione di Hamilton. Pure Jenson Button, suo ex compagno in McLaren, gli ha confessato di essere rimasto scioccato. Ne è scaturito un giro record che ha polverizzato di 1”7 il limite assoluto stabilito nel 2006 da Michael Schumacher con la Ferrari, allora dotata dei potentissimi motori V10. E la rossa del rivale Sebastian Vettel è rimasta a quasi mezzo secondo. Abbastanza per giungere alla conclusione che Lewis e la sua Freccia d’argento in certe giornate di grazia sono semplicemente imbattibili. La Mercedes ieri ha ribaltato la tendenza delle ultime gare a Singapore e in Malesia. Ma non vuol dire che sia guarita dai suoi mali oscuri. In certe condizioni, per esempio col caldo di Sepang, la W08 può risultare un oggetto misterioso anche per gli stessi ingegneri che l’hanno progettata. Mentre, quando gli uomini di James Allison azzeccano assetto e finestra di temperatura delle
gomme, diventa un’arma letale.
GRANDE EX Ne è convinto anche Nico Rosberg, l’iridato in carica, ieri nel paddock di Suzuka in veste di commentatore, dopo aver lasciato di colpo le gare all’indomani del trionfo 2016 ad Abu Dhabi. «Sicuramente la macchina, pur avendo un grande potenziale, è più critica e difficile da mettere a punto di quelle con cui ho corso e vinto io — spiega Rosberg —. Ma non dipende dal fatto che alla squadra manchino le mie indicazioni. Hanno due ottimi piloti». C’è chi riconduce tutti i problemi al passo lungo della W08. Una scelta filosofica che può dare vantaggi sui circuiti super veloci come Silverstone, ma essere penalizzante su piste come Montecarlo, l’Ungheria o Singapore, infatti favorevoli alla Ferrari. Tuttavia pare che la Mercedes non cambierà nel 2018. E il segnale verrebbe dal fatto che abbia insistito per sviluppare il nuovo pacchetto aerodinamico della Malesia, bocciato in un primo tempo da Hamilton ma riutilizzato invece con profitto a Suzuka. Possibile che prefiguri alcune soluzioni per l’anno prossimo. CROCEVIA Dodici mesi fa, il Giappone era stato il crocevia della stagione di Rosberg, consegnando al figlio di Keke una vittoria chiave e la fiducia di poter gestire il vantaggio su Hamilton sino alla fine. Fu allora che Nico cominciò a pensare all’idea di ritirarsi, avesse conquistato il titolo. «Hamilton ora ha un grosso vantaggio su Vettel, ma pure una pressione enorme. Io lo so bene — spiega Nico —. Dopo Suzuka sentivo di avere il campionato in pugno e non ho più guidato in scioltezza, infatti Lewis ha vinto le ultime quattro gare. Sono sicuro che la Ferrari, per cui mi sarebbe piaciuto correre, possa ancora farcela. Ma Vettel deve sfruttare i passaggi a vuoto di Hamilton, che nelle ultime gare non ci sono stati. A Singapore è stato sfortunato (lo scontro al via con il compagno Raikkonen e Verstappen; n.d.r.). Però Lewis resta il favorito. È il pilota più veloce che abbia mai visto, insieme con Kubica. Ecco perché sarei felice se riuscissi ad aiutare Robert a tornare in F.1. Se lo merita».
ARBITRI Come la pensano invece Max Verstappen e la Red Bull, arbitri della sfida mondiale. «Per me alla fine vincerà Hamilton — dice il ventenne olandese —. La Mercedes è stata globalmente la più forte e i prossimi circuiti si adattano a loro. Per Vettel la vedo dura». Mentre Christian Horner ammette: «Vorrei vincesse Seb, però mi sembra che il campionato abbia preso la direzione Mercedes». Le carenze della W08 sono state compensate dai suoi picchi prestazionali e da un Hamilton che dopo Spa è diventato un martello, tanto da inanellare vittorie. Ma la Ferrari, senza l’errore di Vettel e Raikkonen al via di Singapore e il guasto al condotto del compressore in Malesia, sarebbe ancora davanti, grazie a una vettura costante, che con gli sviluppi continua a crescere. Un grosso rimpianto.