«Filippo? E’ stato lui che ha inguaiato me: 100.000 euro persi»
1«Siamo amici, io vittima: mai perquisito prima di lavorare con lui. Perdo tanti affari»
Guido Porcellini, medico nutrizionista per anni di Magnini, è stato rinviato a giudizio per commercio di prodotti dopanti, falso, ricettazione e somministrazione di medicinali guasti. «Tengo a sottolineare che io non uso farmaci per atleti e sfido qualsiasi sportivo al mondo a dire il contrario. Riguardo le mie conversazioni con Filippo — sostiene Porcellini —, quante volte tra amici si dice “se prendo questo, lo squarto” o “lo distruggo”. Hanno commesso un errore quando, mentre parlavamo di esercizi, hanno interpretato gli stessi come prove di doping».
Non crede di aver messo nei guai Magnini?
«Forse è lui che ha messo nei guai me. Prima di conoscerlo facevo un bel mestiere e nessuno si occupava di me, poi sono arrivate le perquisizioni. Perché lui è più popolare e lo dico con amicizia, noi siamo come fratelli».
Lavorate ancora insieme?
«Ma se ha smesso di nuotare!».
Perché i Carabinieri sostengono che i prodotti incriminati erano destinati agli atleti?
«I prodotti non ci sono. Hanno trovato una scatola di Hygetropin dentro casa mia, un’altra non è mai arrivata perché in realtà ne avevo richieste due. Ho fatto addirittura denuncia alla Polizia Postale!».
Perché un medico deve ricorrere a Internet per procurarsi medicine?
«In Italia quel prodotto non si può usare e in America lo prescrivono per il ringiovanimento delle articolazioni dopo i 70 anni. Dopo tante stagioni di rugby, ho le spalle fuori uso».
Cosa voleva intendere quando, in una intercettazione, ha detto a De Grandis: «Con quelle mettiamo a posto Filo»?
«Quando c’è una confidenza, il linguaggio è più disinvolto. Figuratevi se a fine percorso natatorio, Magnini, esempio di rettitudine morale, sarebbe andato a rischiare la carriera, che per lui comincia adesso. A Rio 2016 non avrebbe potuto comunque vincere e i controlli fatti sono numerosi. Filippo mi disse che voleva ottenere il massimo dal suo fisico, per dimostrare a tutti che si può vincere in maniera pulita anche a 34 anni».
Lei si sente una vittima ma ha già 2 condanne, una in 1° grado e una in appello, per maltrattamenti alla ex moglie e traffico di cocaina.
«Le altre sono stupidaggini personali. Quante volte dentro un volume di chiamate trovi 2 parole “dubbie” e ne dai il significato che vuoi, distorcendo la realtà? Il disegno criminoso sarebbe che io, per gli inquirenti, avrei venduto una fiala a 30 euro. Se vuoi dopare gli atleti, ne serve una quantità 10 volte superiore. E dove sarebbero le fiale? Non ci sono: usate per me. Anzi, dalla Cina mi è arrivata una sostanza diversa dall’ormone della crescita ma a me andava bene lo stesso».
Sta pagando uno scotto...
«Ho perso circa 100.000 euro di provvigioni l’anno e non riesco a dare gli alimenti a mia moglie. Per mesi non ho pagato l’affitto, il mio reddito è crollato drasticamente. Noi non c’entriamo niente e siamo vittime di un sistema che ha speso tanto in indagini».