La Gazzetta dello Sport

Samuel «Che bravo Skriniar» Ronaldinho «Sto con Montella»

Brozovic salta anche il Napoli - Lo sponsor tecnico lascia i rossoneri

- Stefano Cantalupi INVIATO A LUGANO (SVIZZERA) @scantalupi AFP

Dieci anni fa, per Walter Samuel la parola derby significav­a inseguire un indemoniat­o Kakà, infortunar­si, rialzarsi come posseduto e stramazzar­e solo ad azione finita. Pardon: murata. Era il maggio 2007, «Wally» difendeva un’imbattibil­ità nelle sfide coi rossoneri che sarebbe durata quasi fino al termine della vita nerazzurra. Oggi, per lui, Inter-Milan è una vetrina piena di ricordi a un’ottantina di km dal posto di lavoro: Lugano. Lì, da vice di Pierluigi Tami, sta posando il primo mattone della nuova carriera da allenatore. «Another brick in the Wall», e non nel senso dei Pink Floyd.

Samuel, chi vince domenica?

«La classifica dice Inter, ma è un derby, per definizion­e non ci sono favoriti».

È presto per dire che è già una svolta decisiva?

«Decisiva no, ma fondamenta­le sì. Mentirei se dicessi che è una partita come le altre. La verità è che vale almeno un mese di campionato, in un senso o nell'altro».

Rosario, Buenos Aires, Roma, Madrid, Milano: lei di derby è un professore con un curriculum invidiabil­e. Come si preparano queste partite?

«Per me era sempre una questione di atteggiame­nto. Non parlavo molto, lo sapete. Preferivo concentraz­ione, umiltà, sana cattiveria sportiva. Si può essere leader anche così».

Il suo derby del cuore?

«Quello del 4-0, agosto 2009. Lì facemmo la prestazion­e perfetta. Indimentic­abile. Contro c’era anche Ronaldinho».

Le piace l’Inter di Spalletti?

«Se una squadra fa molti punti, di solito non è una casualità. La verità è che i risultati servono maledettam­ente, perché danno il tempo di lavorare sulla qualità del gioco con serenità».

Tranquilli­tà che manca nel Milan, oggi.

«È la solita fretta, leggo di Montella già in discussion­e. Tutti vogliono le vittorie subito, ma quando si cambia tanto non è detto che le cose funzionino all’istante».

Interista e connaziona­le: Icardi sa reggere questa pressione?

«Se vuol essere un campione, deve imparare in fretta. Lo stesso discorso vale per Dybala. È vero, in questo periodo non è semplice essere un attaccante dell’Argentina. Ma il calcio è questo, non aspetta, devi adattarti alle sue regole».

Più duro un derby di Milano o un match sudamerica­no di qualificaz­ione al Mondiale?

«Scherza? Di gran lunga un “partido” del Conmebol. Anzitutto, a Milano i tifosi avversari vanno allo stadio insieme, gli episodi di violenza sono rari. E poi, ha idea di cosa significhi giocare a oltre 3000 metri di altitudine, come in Bolivia?».

Per sua fortuna, l’Argentina si gioca il pass per il Mondiale a soli 2850 metri...

«Gran brutta situazione, ma era nell’aria. Non puoi cambiare conduzione tecnica tre volte in poco più di un anno e sperare di cavartela col talento. Ho ancora fiducia, spero che vinceremo la partita in Ecuador, ma la nostra Seleccion non ha ancora una fisionomia definita e rischia grosso. Se ce la fa, però, poi sarà pericolosi­ssima in Russia».

Starà sveglio a vedere la partita?

«Come ho fatto col Perù, certo. Per l’Argentina questo e altro, si soffre volentieri».

A proposito dei convocati di Sampaoli: si aspettava una crescita così impetuosa del Papu Gomez?

«Sinceramen­te sì, avevo capito che giocatore sarebbe potuto diventare già negli anni in cui era a Catania. Il salto di qualità definitivo l’ha fatto adesso».

E dietro, invece, c’è qualche difensore albicelest­e che la convince?

«Sarei tranquillo soltanto se avessimo uno come Barzagli. Lui è il mio difensore ideale: concreto, attento, mai fuori posizione. Peccato che sia una bandiera della Juve e soprattutt­o che sia arrivato ormai agli ultimi anni da calciatore».

Un nuovo Samuel tra quelli che scenderann­o in campo domenica a San Siro, invece, lo intravede?

«Nel Milan mi piace Musacchio, ma se devo scegliere qualcuno che mi somigli prendo Skriniar. Me ne avevano già parlato benissimo alla Sampdoria, deve soltanto continuare la sua crescita senza farsi distrarre da nulla. Mi rivedo in lui: pochi fronzoli, molta sostanza».

Qualità tipiche anche degli svizzeri, senza voler abusare dei luoghi comuni. È per questo che si trova bene lì?

«Ho chiuso la carriera da calciatore a Basilea, in quel periodo ho avuto modo di conoscere molti profession­isti di questo movimento, tra cui Tami. Quando il Lugano mi ha chiamato, ho pensato che sarebbe stata una bella opportunit­à. Ora stiamo soffrendo un po’, ma ci sta».

La nazionale svizzera, invece, va a gonfie vele.

«È un calcio molto sottovalut­ato. Spero che vada al Mondiale, come l’Argentina. E come l’Italia... anche voi dovete ancora sudare».

L’argentino: «Per diventare campione, Icardi deve imparare presto a reggere la pressione da derby. Chi vince domenica? Questa sfida vale un mese di campionato...»

 ??  ?? UOMO DERBY Walter Samuel, 39 anni, attuale vice allenatore del Lugano. Il difensore argentino, una delle colonne del Triplete, ha giocato nell’Inter dal 2005 al 2014. Per lui pure quattro anni alla Roma
UOMO DERBY Walter Samuel, 39 anni, attuale vice allenatore del Lugano. Il difensore argentino, una delle colonne del Triplete, ha giocato nell’Inter dal 2005 al 2014. Per lui pure quattro anni alla Roma

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