La Gazzetta dello Sport

Grinta Ferrari «Sono ferita non finita»

L’INFORTUNIO DELLA GINNASTA

- Federica Cocchi

«Volevo una medaglia: ho scelto l’esercizio più impegnativ­o Ho un buco nel tendine d’Achille: che rumore ho sentito»

«Non ci sono colpe o responsabi­lità È successo a tante: doveva capitare, la ginnastica è così»

Il giorno dopo, i ricordi sono più chiari, ma il futuro è un’incognita. Vanessa Ferrari, la prima italiana a regalare all’Italia un titolo mondiale nel concorso generale, ad Aarhus 2006, parla con un filo di voce. La finale al corpo libero dei Mondiali di Montreal, dove ha voluto dare tutto per puntare alla vittoria, s’è conclusa nel peggiore dei modi. Nella seconda diagonale acrobatica il tendine d’Achille del piede sinistro si è rotto. Lo stesso operato dopo l’Olimpiade di Rio e che l’aveva costretta a quasi un anno di stop. Dolore e incertezza dove ci si aspettavan­o gioia e festeggiam­enti.

Vanessa, com’è stato il risveglio la notte dopo l’infortunio?

«Parlare di risveglio è sbagliato. Non ho chiuso occhio».

Tanti pensieri?

«Tanto dolore, prima di tutto. E poi sì, la testa ha iniziato a vagare. Tanti pensieri, paure, ma anche qualche certezza».

Tipo?

«Tipo che appena tornerò in Italia mi farò operare. Voglio subito liberarmi di questo problema. Appena ho avuto l’incidente abbiamo parlato col dottor Zattoni che a Brescia mi ha già operato il tendine destro nel 2009 e dopo Rio il sinistro».

Non per mettere il dito nella piaga, ma a un anno dall’operazione e alla prima uscita internazio­nale, era proprio il caso di giocarsi il tutto per tutto con un esercizio tanto impegnativ­o?

«Non è stato un azzardo, se è quello che volete sapere. In qualifica avevo pensato che se avessi potuto lottare per una medaglia avrei introdotto le tre righe più difficili. Le avevo allenate singolarme­nte, non le avevo mai fatte tutte insieme, ma erano pronte».

La seconda diagonale le è stata fatale, il flic tempo è molto impegnativ­o.

«I tendini di una ginnasta sono sempre iper sollecitat­i. Quando ho sentito il rumore “stoc” e ho realizzato che il salto non partiva mi sono guardata il piede e ho capito che il tendine era partito. Faceva male e c’era un buco. Non ho nemmeno provato a rialzarmi. E’ andata così, è capitato a tanti e stavolta è toccato a me. Non ci sono colpe o responsabi­lità, la ginnastica è così».

Ha già fatto qualche esame?

«I medici che mi hanno soccorsa in pedana a Montreal volevano farmi l’ecografia, ma ho detto che era completame­nte inutile. La diagnosi era chiara, bastava vedere il buco che avevo al posto del tendine. Poi il rumore che ho sentito quando si è staccato è stato inequivoca­bile, purtroppo. Non ho avuto la possibilit­à di illudermi che fosse qualcosa di meno grave».

Un infortunio del genere a un mese dai 27 anni può essere fatale per la carriera di una ginnasta. Nessuno vorrebbe vederla uscire di scena con questa immagine negli occhi.

«Io per prima. Ma ora è inutile pensarci. Intanto torno, mi opero e rifletto. Riflettere e ragionare sarà l’unica cosa che potrò fare per qualche mese. Avrò il tempo per capire quale sarà la decisione migliore per la mia vita».

Il pensiero del ritiro non l’ha sfiorata mentre la adagiavano sulla sedia a rotelle?

«L’ho detto: non voglio affrettare nessuna decisione, è troppo presto. Risolviamo le questioni poco alla volta, sarà più facile giungere a una conclusion­e».

Qual è ora il primo obiettivo?

«Fare l’intervento in fretta: vorrei non dover usare le stampelle in vacanza. Io e Simone (il fidanzato, ndr) avevamo organizzat­o un viaggio a Cuba per novembre. Avrebbe potuto essere l’occasione di festeggiar­e una medaglia, invece... Chiedo solo di poterci andare con le mie gambe. Mi accontento».

Ha parlato di Simone, che era con lei a Montreal. Quanto è importante avere accanto una persona cara in questi momenti?

«E’ fondamenta­le. C’erano anche Enrico Casella e Salvatore Scintu, il mio tecnico e il fisioterap­ista della Nazionale che sono arrivati subito a soccorrerm­i e farmi coraggio. Mio papà e il mio fidanzato sono corsi subito dopo. Mi hanno dato tanta forza e non mi sono sentita sola nemmeno per un momento».

Ha ricevuto qualche messaggio che l’ha colpita?

«Me ne sono arrivati tantissimi, sia da compagne di squadra di ieri e di oggi che da tante colleghe, anche di altre Nazionali. La Iordache e la Raisman hanno avuto dei pensieri carini, tra messaggi e post sui social. Poi mi ha scritto Chechi e mi scuso se dimentico qualcuno. E’ stato bello vedere che tanti hanno avuto un momento per me, scalda il cuore».

E adesso?

«Non lo so. Voglio solo la mia vacanza, me la merito».

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1 Vanessa, al termine della seconda diagonale, cade: il tendine d’Achille sinistro, operato nel settembre scorso, ha ceduto 2 I soccorsi in pedana 3 L’azzurra viene portata fuori dal quadrato a braccia 4 Dopo gli accertamen­ti in infermeria, è con papà...
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AFP rVanessa Ferrari, 26 anni, pochi attimi prima del grave infortunio subito nella finale al corpo libero dei Mondiali di Montreal
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