Francia in ansia per la Bielo... Russia
Point Bleus: se vincono sono certi del primo posto. Ma la critica non risparmia il c.t. Deschamps
Sulla carta, una pura formalità. In campo, forse, un po’ meno, visto che si tratta pur sempre di una sorta di finale per evitare gli spareggi. Ma di sicuro in Francia l’ultima chiamata per andare in Russia con volo diretto è vissuta con ansia e con un po’ di isteria. Nonostante allo Stade de France stasera arrivi una modesta e già eliminata da tempo Bielorussia. E la Svezia, seconda a un punto ma con una migliore differenza reti, affronti un’Olanda tagliata fuori (Robben e compagni, per stravolgere la situazione del girone ed accedere ai playoff, dovrebbero vincere con sette gol di scarto) ma che potrebbe comunque far valere il proprio rango di nobile, seppure decaduta.
LE CRITICHE Così, per la Francia, all’angoscia di tornare in campo di nuovo a novembre, si aggiunge un’ondata preventiva di critiche mediatiche verso c.t. Deschamps, colpevole di non aver ancora garantito un’identità di gioco ai Bleus. Anzi, secondo l’Equipe, la Francia sarebbe addirittura regredita rispetto all’Europeo dello scorso anno. Nonostante la qualità accecante dell’attacco di nuova generazione.
LUCIDITÀ Problemi da ricchi, visto che a Sofia, sabato, la squadra dell’ex bianconero ha retto l’urto psicologico di una partita a rischio. Soprattutto quando i bulgari si sono resi più insidiosi. Roba di una manciata di minuti, a cavallo dei due tempi, quando però difesa e centrocampo francesi hanno gestito con lucidità il vantaggio, lottando su ogni pallone e applicando il buon vecchio contropiede. Il tutto con assenze importanti, dal centrale Koscielny a Pogba, infortunati. In difesa, il duo Varane-Umtiti non ha mostrato lacune. A metà campo, Kanté ha dettato i ritmi con certezza, accompagnato da un efficiente Tolisso e da un esaltante Matuidi che poi ha messo la firma sulla vittoria (0-1).
INCOERENZE Ed è forse questo unico gol, spettacolare ma pur sempre frutto di un exploit di una mezzala, a indisporre di più i media francesi che si aspettavano più spettacolo, sintonizzato sul potenziale offensivo del reparto avanzato. I titolari erano Mbappé, Griezmann e Lacazette. L’idea di Deschamps, come confessato a metà gara, era di rinunciare alle due ali del 4-3-3 per produrre manovre meno prevedibili. Come il cambio di sistema, negando a sorpresa l’abituale 4-2-3-1 e il 4-4-2 degli ultimi tempi. Qualche effetto si è visto nel primo tempo. Nella ripresa, invece, è emersa l’incoerenza di un trio poco affine. Con Griezmann alla fine rassegnatosi a fare il terzino destro e Lacazette spaesato, finito spesso a doppiare le traiettorie di Mbappé.
ZIZOU Quest’ultimo però rappresenta la generazione emergente su cui costruire l’avvenire, con i vari Lemar, Coman o l’infortunato Dembélé. Senza dimenticare Martial, sempre nei radar. Sono loro, secondo i media francesi, i garanti del bel gioco futuro che però rimane pur sempre un dettaglio per Didier Deschamps. Per il commissario tecnico, ricorda l’Equipe, «il culto del risultato prevale sull’estetismo». Eredità tutta italiana che in Francia comincia a pesare, proprio quando tra le righe affiora con sempre più insistenza la candidatura di Zidane per la panchina dei Bleus. Ma solo dopo un Mondiale che i francesi sognano trionfante, dopo la finale dell’Europeo persa in casa. Nonostante l’acclamato bel gioco e contro un Portogallo non di certo spettacolare.