Missione Siria in Australia: dare un calcio alla guerra
Sydney (ore 11) c’è in palio il pass per affrontare la 4ª della zona Concacaf
Ealla ventesima partita di qualificazione Mondiale una tra Australia e Siria andrà a casa. L’altra continuerà a giocare, altre due gare, e a sognare di arrivare in Russia. Alle nostre 11 di mattina dall’Olimpico di Sydney uscirà la nazionale che andrà ad affrontare la quarta della zona Concacaf, una tra Stati Uniti, Honduras e Panama con, finalmente, in palio il biglietto per Mosca.
DIPLOMAZIA SPORTIVA All’andata sul neutro di Malacca in Malesia è finita 1-1. Australia in vantaggio con Kruse e raggiunta nel finale grazie a un rigore molto dubbio trasformato da Omar Al Somah. L’eroe di questa nazionale di un Paese dilaniato da una guerra infinita, sei anni e mezzo di conflitto, con il finale impossibile da prevedere, già 400.000 morti e oltre 5 milioni di rifugiati. Al Somah è appena tornato a giocare per la nazionale dopo 5 anni di assenza dovuta a motivi politici: aveva criticato il regime di Assad e il plenipotenziario siriano è molto vicino alla nazionale, tanto che giocatori e allenatore durante queste qualificazioni più di una volta si sono presentati in conferenza stampa con magliette che lo appoggiavano. Con una manovra di diplomazia sportiva chi gestisce la nazionale siriana è riuscito a separare un minimo la squadra da Assad creando lo spazio per il ritorno di Al Somah e Al Khatib, l’altra grande stella del calcio siriano. Al Somah ha segnato il gol del 2-2 al 93’ della partita con l’Iran che ha permesso alla Siria di conquistare il playoff con l’Australia e all’andata ha trasformato il rigore con classe e freddezza.
IDOLO AL KHATIB Al Khatib è uno dei giocatori migliori d’Asia. Ha 34 anni e come Al Somah ne ha passati 5 senza essere convocato per questioni politiche, gioca in Kuwait e non sfoggia un fisico propriamente filiforme, a Malacca è entrato in campo nella ripresa con dei pantaloncini che sembravano poter scoppiare da un momento all’altro. Però ha dato luce e speranza ai suoi, perché la classe, la voglia e la determinazione non gli sono mai mancate. Quando arrivò allo Shenhua di Shanghai dopo Drogba e Anelka i cinesi s’innamorarono di lui, altro che stelle europee. Vediamo se il tecnico siriano lo vorrà utilizzare dall’inizio considerando anche l’assenza dello squalificato Omar Khribin, attaccante importante per la Siria, o giocarselo nella ripresa pensando eventualmente ai supplementari.
UNA SCONFITTA SU 59 Perché se è chiaro che l’Australia è nettamente favorita, per nomi, struttura, abitudine a certe gare e perché in casa dal 1981 in 59 incontri di qualificazione Mondiale ha perso solo una volta, nel 2008, e solo perché ha schierato tanti giovani in una gara contro la Cina che non aveva alcun valore di classifica, la partita in Malesia ha evidenziato le limitazioni tattiche dei «Socceroos» e la brillantezza tecnica dei siriani. Ragazzi sconosciuti che amano la palla e cercano di trattarla al meglio, soprattutto in situazioni offensive. Vogliono giocare altre due partite per costringere il mondo ad usare aggettivi diversi da quelli utilizzati negli ultimi 6 anni parlando della Siria.