MONTELLA NEL DERBY GIOCA CON LE OMBRE
Dieci è il massimo voto per i giocatori, e il massimo godimento per chi li schiera nel Fantacalcio. Dieci è il numero dei grandi del calcio, da Pelé a Maradona, da Rivera a Totti, da Platini a Del Piero. Dieci è il giorno di oggi e il numero del mese di ottobre. E dieci potrebbe diventare domenica prossima un «più» o un «meno» con un opposto significato. Se l’Inter vincesse il derby, infatti, porterebbe proprio a dieci punti il suo vantaggio sul Milan. Una voragine colmabile con più di mezzo campionato davanti, ma comunque una voragine impressionante dopo appena otto partite. E proprio pensando a questa ipotesi è fin troppo evidente che Montella rischierebbe più di Spalletti, che in caso di sconfitta avrebbe comunque quattro punti di vantaggio sul rivale. Il verbo «rischiare», sia pure addolcito con il dovuto condizionale, non è una forzatura giornalistica, perché la posizione di Montella è molto meno solida di quanto faccia pensare la difesa d’ufficio della coppia Fassone-Mirabelli, dopo l’ultimo 0-2 in casa contro la Roma. Premesso che Montella è lo stesso allenatore della stagione scorsa, elogiato da tutti perché aveva ottenuto il massimo da un organico non eccezionale, riportando il Milan in Europa dopo tre stagioni, pensiamo che sarebbe un errore esonerarlo. I cambi in corsa spesso sono un rimedio peggiore del male e, anche se all’epoca Fassone e Mirabelli erano in tutt’altre faccende affacendati, i tifosi rossoneri ricordano che quando Sacchi tornò all’inizio di dicembre 1996, per sostituire il «Maestro» Tabarez, il Milan chiuse undicesimo, peggior piazzamento dei 31 anni della gestione-Berlusconi, con l’aggravante dell’immediata sconfitta in casa col Rosenborg, quando sarebbe bastato un pari per qualificarsi in Champions. Comunque vada, quindi, avanti con Montella anche se la sua conferma per la prossima stagione è legata al piazzamento minimo del quarto posto o al successo in Europa League. Non è più un segreto, infatti, che nella primavera scorsa Ancelotti e Conte avevano respinto le offerte di Fassone e Mirabelli, preferendo rimanere rispettivamente a Monaco e Londra. Adesso Ancelotti è libero, ma ha ribadito in pubblico di non voler tornare in panchina fino a luglio, aggiungendo in privato che tornerebbe al Milan soltanto con Berlusconi e Galliani. Svanita questa ombra, rimane però quella di Conte, che già piaceva anche a Galliani. E siccome Conte ha ammesso di avere nostalgia dell’Italia, sembra proprio lui il principale candidato per il Milan che verrà. Prima però c’è il derby e soprattutto la forza dei nervi distesi di Montella, che non ha mai avuto paura di nessuno. Tantomeno delle ombre.