Dr. Lewis e Mr. Hamilton I due volti di un vincente
Vita da rockstar fuori, killer spietato in pista: dalla pausa estiva 4 vittorie su 5 per il pilota britannico che non vuole concedere nulla
Epensare che a fine luglio in casa Mercedes preoccupava quel gioco di squadra «al contrario» fra Hamilton e Bottas, quando l’inglese rispettò — a sorpresa — il patto di onore stabilito dalla squadra, restituendo una posizione al compagno e cedendo così a Vettel 3 punti in classifica. «Spero di non doverli rimpiangere…» disse lui, con Wolff a ribadire che «sarebbe come spararsi in un ginocchio in caso di sconfitta per meno di 3 punti». Quel temuto piccolo autogol, invece, segnò paradossalmente il momento della svolta della Mercedes. L’astronave della Stella, argentata come l’Enterprise di Star Trek, andava in vacanza con Hamilton a 14 punti da Vettel e tanti interrogativi su una monoposto veloce e imprendibile, ma pure difficile da rendere tale.
SVOLTA ESTIVA È lì però che Hamilton è entrato in azione calandosi nei panni del Capitano Kirk. Estate, vacanza fra le Barbados e il Colorado, compagnie alquanto pittoresche, relax, feste e tanto tempo per ricaricare le batterie. Poi, al rientro in ufficio, a Spa, la svolta del Mondiale con record, punti e prestazioni da favola: 4 vittorie e un 2° posto in 5 gare hanno prodotto la sua risalita da -14 a +59. Sono 73 i punti di differenziale con Vettel, il poker iridato è a un passo — gli basterà fare 16 punti più del tedesco ad Austin — e la sensazione di una ormai raggiunta invulnerabilità. INDIRIZZO TECNICO Sicurezza personale, ma pure tanta affidabilità «lì dove la Mercedes è sovrana» sul piano delle rotazioni dei motori. In Giappone, infatti, Hamilton ha vinto con la power unit numero 4 già usata a Spa e Monza, mentre in Malesia aveva la 3, utilizzata a Silverstone. Dotazione ancora fresca per terminare la stagione, quindi, nonostante il piccolo allarme per le vibrazioni registrate a Suzuka a fine GP. Istrionico ed eccessivo, in pista e fuori, Hamilton ha fatto il leader, cogliendo sempre il massimo da situazioni (Singapore) o contingenze di inferiorità tecnica (Malesia) e trainando anche la squadra sui giusti binari per il futuro. Lo si è visto con gli sviluppi aerodinamici scartati a Sepang e riprodotti con successo a Suzuka.
GRANDE FIGURA Temperamento da racer e qualità da campione: gliele riconosce pure il suo d.t. James Allison, uno che ha lavorato pure con grossi calibri come Vettel e Alonso: «Non posso paragonarli perché bisognerebbe vederli in pista nelle stesse condizioni di vettura, assetti e asfalto, ma l’esperienza con Lewis mi ha fornito un’opportunità in più: ho scoperto l’eccellente campione che mi immaginavo, ma anche una persona splendida».
PERFETTO Al momento Hamilton è in uno stato di grazia superiore a quello della Mercedes: nel confronto con la Ferrari le cifre sono più sbilanciate a favore della Stella (10 vittorie a 4; 12 pole a 4), dei reali valori in campo. La rossa è una tenace rivale, quasi di pari livello, ma non ha potuto far vedere il suo potenziale nelle ultime gare. Il solco vero, oltre alle disavventure di Vettel, lo ha fatto il pilota: messo nelle condizioni giuste Hamilton non ha mai fallito, ha colto 7 vittorie dalle 10 pole (suo nuovo possedimento a 71, battuto Schumacher) e dopo la pausa è stato impeccabile. Fermarlo da front runner è quasi impossibile, per velocità, mestiere e sfacciataggine. Quella riservata agli sconfitti, in classifica e corsa. «Non vedevo l’ora di combattere con Vettel, ma è stato sfortunato...— dice Lewis —. Verstappen è giovane e avrà tempo di vincere dopo di me». Difesa del territorio, da vero capobranco.