Casella aspetta «Andrà avanti? È troppo presto»
«Lasciamo che guarisca e che le manchi la palestra: dovrà capire la situazione per decidere»
Con lei ha riso, gioito, si è scontrato più volte, ma per Enrico Casella, Vanessa Ferrari è e sarà sempre la sua creatura. E’ stato lui a rendersi conto che la bambina che gli avevano portato in palestra a Brescia, quando la Brixia si allenava ancora in una vecchia piscina svuotata, era un potenziale fenomeno. Una forza esplosiva e una tenacia fuori dal comune, caratteristiche che l’hanno portata alla vittoria mondiale nel concorso generale nel 2006 e al bronzo iridato sempre all around a Stoccarda 2007. Il Mondiale tedesco e un piede destro dolorante sono state l’inizio dei problemi di Vanessa, che da lì in poi ha sempre dovuto combattere coi tendini d’Achille. Due interventi, il primo nel 2009 dopo un argento a Milano, sempre al corpo libero, agli Europei che lei pur infortunata e sovrappeso aveva voluto onorare da padrona di casa. Poi ancora problemi di salute fino all’intervento sull’altro tendine, il sinistro. A Eboli, poche settimane fa, Vanessa era tornata in gara nell’ultima tappa della serie. Un test per capire se ci fosse la speranza di volare a Montreal. L’inizio della strada che avrebbe dovuto portarla ai Giochi di Tokyo 2020 potrebbe invece essere la fine del percorso.
INCOGNITE Nessuno vuole parlare di ritiro, nemmeno Casella che, provato dall’accaduto, resta consapevole che la caparbietà della «sua» creatura potrebbe ancora una volta stupire: «Lasciamo che si operi, che guarisca, che le manchi di nuovo la palestra – dice il d.t. della nazionale femminile —, quando le mancherà ci riproverà. E solo in quel momento si potrà capire la situazione». Nessuno quindi ha le idee chiare sul futuro: «Vanessa per prima – prosegue il tecnico —. La conosco troppo bene. Lei ha bisogno di trovarsi davanti alle situazioni per decidere. Deve operarsi, poi mettersi a posto come atleta e vedere come reagisce il suo fisico. Allora analizzerà pro e contro e prenderà una decisione». Nel frattempo, ancora una volta, si fa il tifo per lei.