«Adoro LeBron ma mi ispiro ad Isaiah Thomas, piccolo come me»
Play di Pesaro protagonista del colpo a Reggio «Nasco realizzatore ma gioco per i compagni»
Benvenuto in Italia. Dallas Moore, play rookie della Vuelle, si è presentato alla Serie A con due prove da 20 e 29 punti e risulta già il miglior marcatore del campionato. «Se ho segnato tanto lo devo soltanto ai miei compagni. Abbiamo giocato con intensità e forza ed è arrivata la prima vittoria», afferma dopo il blitz a Reggio Emilia, campo che Pesaro non espugnava da 12 anni. Il talentuoso regista biancorosso ha cominciato giocando a calcio: «Ero molto veloce ed era difficile fermarmi. Poi a 5-6 anni, con papà che mi pass ava la palla, mi sono dato alla pallacanestro e me ne sono perdutamente innamorato. Mi sembra di giocare da sempre e di non aver fatto altro nella vita». Il suo mito è LeBron James. «Ma guardo Isaiah Thomas, piccolo come me e al cui gioco posso ispirarmi». Il suo sogno è la Nba, intanto sta facendo impazzire le difese italiane, senza temere che possano iniziare a conoscerlo e a raddoppiarlo: «Non mi interessa. Non posso fare altro che essere me stesso sul campo, sfruttando le mie caratteristiche a prescindere da quello che fanno gli avversari. Lo devo ai compagni, io gioco per loro», afferma Moore, playmaker moderno che ha bisogno della palla in mano, che segna e fa segnare. «Nasco come guardia realizzatrice – spiega - e poi al college mi sono trasformato in play perché ero più piccolo dei compagni in quella posizione».
CAVALLI Tiro da fuori, leadership e forza fisica sono i cavalli di battaglia del mancino numero 14, la stessa maglia che apparteneva al suo presidente Ario Costa. Una sorta di portafortuna. Moore non disdegna il cibo italiano: «La pasta è molto più buona che da noi! Poi mangio pizza e insalata», rivela e racconta il suo hobby: «Amo passeggiare in centro tra i negozi, al mare e visitare la città». Tutto assieme all’inseparabile fidanzata Nicole. «Lei giocava a pallavolo ed era titolare alla Florida International University, che dista sei ore dalla mia North Florida. Quando le squadre dei rispettivi sport si incontravano, ci siamo conosciuti e frequentati». Lei gli ha fatto il dono più bello, il piccolo e tenerissimo Jayden, di 5 mesi, la sua gioia.
FLORIDA Moore è nato nel 1994 a St.Petersburg, si è formato cestisticamente all’High School di Boca Ciega, è rimasto quattro anni alla North Florida University e ha chiuso la scorsa stagione con oltre 23 punti e 4 assist di media. Per ben 3 campionati viene inserito nel quintetto ideale dell’Atlantic Sun e, da freshman, con quasi 13 a sera, è nominato giocatore dell’anno dell’Atlantic Sun Conference. Non scelto per il draft, la scorsa estate ha giocato la Summer League di Las Vegas con la maglia dei Denver Nuggets e proprio lì che è stato visionato dal d.s. pesarese Stefano Cioppi. Sorridente e gioviale con tutti, ha conquistato in fretta i fan, che dal primo allenamento sono rimasti impressionati dalla facilità con cui infila la palla nella retina. «Al college le sedute erano a porte chiuse e vedere tutta quella gente in tribuna mi ha sorpreso», aveva ammesso Dallas, nome che non ha alcuna attinenza con la città americana: «Semplicemente apparteneva a mio nonno e mio padre lo ha voluto ricordare così». Nelle prime due partite con Pesaro è rimasto sul parquet 38 e 40’, da perno insostituibile del gioco di Spiro Leka. «Sono felice per la squadra, il pubblico e la vittoria, che mi toglie ogni stanchezza. Sono abituato dai tempi del college a giocare molti minuti».
FINALI La Vuelle ha imparato in fretta a gestire i finali di gara. «Contro Brescia, nell’ultimo minuto e mezzo abbiamo commesso due errori gravi in attacco e non abbiamo preso i rimbalzi decisivi. La lezione ci è servita, in settimana abbiamo lavorato duro e il coach ci ha spinti a dare il 110% non per 38 ma per 40’. A Reggio lo abbiamo fatto», garantisce la scheggia Moore, che riflette e pensa in grande: «La squadra mi ricorda quella del college, mi sembra di giocare assieme ai miei compagni da molto tempo. Il mio grande desiderio è conquistare i playoff con la Vuelle».