La Gazzetta dello Sport

Nave tunisina si scontra con un barcone Almeno 8 morti

Sud di Lampedusa: possibili 30 vittime Allarme-migranti dal Paese nordafrica­no

- Francesco Rizzo

Come canta Ghali, uno dei rapper italiani più originali del momento, «ha scritto Italia sulla felpa, scappa in fretta/lascia mamma, fra e sorella, il suo quartiere, la sua terra». Ghali è un milanese figlio di tunisini e tunisine sono le vittime del nuovo naufragio nel Mediterran­eo: un pescherecc­io carico di migranti è affondato tra domenica e lunedì a sud-ovest di Lampedusa, in acque dove i soccorsi sono gestiti da Malta. Otto le vittime (ma potrebbero essere una trentina), 38 sopravviss­uti. Secondo i superstiti, l’imbarcazio­ne - entrata in collisione con una nave militare tunisina ospitava oltre 70 persone. L’Organizzaz­ione internazio­nale per le migrazioni aggiorna i dati: dal 2014 ad oggi sono più di 15 mila i migranti che hanno perso la vita in mare e almeno 1400 tunisini sono sbarcati in Italia in settembre, rispetto ai 1357 dei primi otto mesi 2017. Dati in controtend­enza rispetto al calo degli sbarchi di quest’anno, frutto degli accordi italiani in Libia: al 4 ottobre gli arrivi sono stati poco più di 106 mila (-20,68% rispetto al 2016), anche se a Lampedusa il flusso prosegue (150 persone ieri) e proprio l’Onu denuncia in Libia i casi di migliaia di migranti trasferiti dentro hangar e segnala l’esigenza di cibo, acqua, medicine. Ma l’emergenza è ora in Tunisia, Paese che sei anni fa accese la fiamma della Primavera Araba: la disoccupaz­ione giovanile, in alcune zone, tocca il 43%. E, secondo l’Onu, nel 2015 oltre 5 mila persone hanno aderito allo Stato Islamico e ad altre fazioni armate in Siria, in Iraq, in Libia. C’è chi ipotizza inoltre che l’aumento di partenze dalla Tunisia sia favorito dalle autorità, che vogliono mettere pressione sulla Ue.

INFILTRAZI­ONI La meta del pescherecc­io naufragato, che procedeva a luci spente, erano probabilme­nte le coste dell’Agrigentin­o, dove avvengono - da settimane - gli «sbarchi fantasma», approdi di circa 30, 40 persone che si disperdono in fretta. Oltre 500 aspiranti migranti, solo in settembre, sono stati arrestati in Tunisia, prima di partire: il tri- plo rispetto ad agosto. E oggi il sindaco di Pozzallo (Rg), Roberto Ammatuna, sarà al Viminale: il 5 ottobre aveva segnalato «l’arrivo non solo di persone che fuggono dalla guerra e dalla miseria, ma anche di delinquent­i» e «possibili infiltrazi­oni di potenziali soggetti appartenen­ti a cellule jihadiste». Infine, è di giugno un’inchiesta palermitan­a che ha portato all’arresto di 15 persone accusate di favoreggia­mento dell’immigrazio­ne clandestin­a dalla Tunisia.

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ANSA Il barcone affondato trasportav­a 70 persone

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