Nave tunisina si scontra con un barcone Almeno 8 morti
Sud di Lampedusa: possibili 30 vittime Allarme-migranti dal Paese nordafricano
Come canta Ghali, uno dei rapper italiani più originali del momento, «ha scritto Italia sulla felpa, scappa in fretta/lascia mamma, fra e sorella, il suo quartiere, la sua terra». Ghali è un milanese figlio di tunisini e tunisine sono le vittime del nuovo naufragio nel Mediterraneo: un peschereccio carico di migranti è affondato tra domenica e lunedì a sud-ovest di Lampedusa, in acque dove i soccorsi sono gestiti da Malta. Otto le vittime (ma potrebbero essere una trentina), 38 sopravvissuti. Secondo i superstiti, l’imbarcazione - entrata in collisione con una nave militare tunisina ospitava oltre 70 persone. L’Organizzazione internazionale per le migrazioni aggiorna i dati: dal 2014 ad oggi sono più di 15 mila i migranti che hanno perso la vita in mare e almeno 1400 tunisini sono sbarcati in Italia in settembre, rispetto ai 1357 dei primi otto mesi 2017. Dati in controtendenza rispetto al calo degli sbarchi di quest’anno, frutto degli accordi italiani in Libia: al 4 ottobre gli arrivi sono stati poco più di 106 mila (-20,68% rispetto al 2016), anche se a Lampedusa il flusso prosegue (150 persone ieri) e proprio l’Onu denuncia in Libia i casi di migliaia di migranti trasferiti dentro hangar e segnala l’esigenza di cibo, acqua, medicine. Ma l’emergenza è ora in Tunisia, Paese che sei anni fa accese la fiamma della Primavera Araba: la disoccupazione giovanile, in alcune zone, tocca il 43%. E, secondo l’Onu, nel 2015 oltre 5 mila persone hanno aderito allo Stato Islamico e ad altre fazioni armate in Siria, in Iraq, in Libia. C’è chi ipotizza inoltre che l’aumento di partenze dalla Tunisia sia favorito dalle autorità, che vogliono mettere pressione sulla Ue.
INFILTRAZIONI La meta del peschereccio naufragato, che procedeva a luci spente, erano probabilmente le coste dell’Agrigentino, dove avvengono - da settimane - gli «sbarchi fantasma», approdi di circa 30, 40 persone che si disperdono in fretta. Oltre 500 aspiranti migranti, solo in settembre, sono stati arrestati in Tunisia, prima di partire: il tri- plo rispetto ad agosto. E oggi il sindaco di Pozzallo (Rg), Roberto Ammatuna, sarà al Viminale: il 5 ottobre aveva segnalato «l’arrivo non solo di persone che fuggono dalla guerra e dalla miseria, ma anche di delinquenti» e «possibili infiltrazioni di potenziali soggetti appartenenti a cellule jihadiste». Infine, è di giugno un’inchiesta palermitana che ha portato all’arresto di 15 persone accusate di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina dalla Tunisia.