Sale la tensione Oggi si decide l’indipendenza della Catalogna
Atteso in Parlamento Il Pp attacca: «Deve essere arrestato»
Il giorno è arrivato. Oggi torna a riunirsi il Parlament catalano e sapremo se il suo presidente Carles Puigdemont procederà, come affermato più volte nei giorni scorsi, con l’applicazione dei risultati del referendum del 1° ottobre. In altre parole, con l’attivazione della Dui, la Dichiarazione Unilaterale d’Indipendenza. La fuga di banche e altre grandi compagnie dalla Catalogna (l’esodo è proseguito anche ieri) ha spaventato Puigdemont però non si sa fino a che punto. Da Madrid promettono tolleranza zero: ieri ha parlato prima la vicepresidente Soraya Saenz de Santamaria («In caso d’indipendenza si prenderanno le contromisure necessarie»), e poi il portavoce del Partido Popular Pablo Casado: «Qualche giorno fa è passato senza enfasi l’83° anniversario della dichiarazione dell’indipendenza catalana da parte di Companys. Credo che la storia non vada ripetuta, speriamo che domani non si dichiari nulla perché magari chi farà la dichiarazione finirà come chi la fece 83 anni fa». Lluis Companys fu arrestato in Francia dalla Gestapo su richiesta di Franco, portato in Spagna, torturato e ucciso. Casado si è difeso dicendo che il parallelo con Puigdemont si riferiva solo all’eventuale arresto, ma migliaia di persone hanno giudicato il messaggio altamente sinistro, oltre che sbagliato nella forma.
VIOLENZE A VALENCIA Da Barcellona la sindaca Ada Colau ha sottolineato che «i risultati del referendum non possono costituire un avvallo all’indipendenza» invitando ancora i partiti al dialogo, ma i parlamentari della Cup hanno ribadito che Puigdemont «proclamerà la Dui per lealtà con i votanti» e l’Assemblea Nazionale Catalana ha chiamato gli indipendentisti a raccolta davanti al Parlament. Si teme per l’ordine pubblico anche perché ieri a Valencia una manifestazione della sinistra nazionalista è stata attaccata da militanti di destra con la città teatro di forti scontri.