C’è un’Armata all’esordio «Il Cska è sinonimo di Final Four... Milano è il massimo»
1Micov: «Loro hanno anche l’aereo privato, ma l’Olimpia è uno dei pochi club con organizzazione di quel livello: in campo giudicateci tra 2-3 mesi»
L’Eurolega ha adottato il formato della Final Four dal 2003: in 15 anni, il Cska l’ha giocata 14 volte. Naturalmente più di ogni altro. Ha mancato solo il 2011, per inciso l’ultima presenza italiana, con Pianigiani e la sua Mens Sana. L’Eurolega di Milano riparte da qui, dal campo del club simbolo più di ogni altro dell’eccellenza continentale. Una terapia d’urto, come il calendario iniziale, per l’Olimpia che l’anno scorso ha finito l’Eurolega all’ultimo posto: banale dire che peggio non si può fare. Ma la costruzione logica della squadra e i passi per tornare a darsi una dimensione europea vorranno pur dire qualcosa nell’ottica di aspirare a ritagliarsi un ruolo nella lotta playoff. Tessera importante del mosaico è Vlado Micov, l’uomo in organico con più chilometraggio in Eurolega, insieme a Kalnietis. È tornato in Italia, dove aveva trovato il trampolino di (ri)lancio della sua carriera: «Quei due anni e mezzo sono coincisi col miglior periodo recente di Cantù, con Trinchieri: finali, due volte in Eurolega… Felice di averne fatto parte. Cantù oggi? So che ci sono problemi con il proprietario, i giocatori, i tifosi, ma non sta a me commentare».
È proprio da Cantù che ha spiccato il volo per quel Cska, che dunque oggi Micov può spiegare meglio di tutti.
«È sinonimo di Final Four: organizzazione top, uno dei pochi club con l’aereo privato, ogni anno firma i migliori giocatori d’Europa, e anche dalla Nba. Con Messina ebbi spazio e un ruolo importante in una squadra di stelle come Krstic e Teodosic. Due Final Four in due anni: a quanti capita? Ci è mancato di vincere l’Eurolega, quello per cui il Cska è costruito ogni anno».
È il battesimo europeo per la nuova Armani: come sta nascendo?
«Ho giocato in molte squadre, Milano è uno dei pochissimi club con un’organizzazione di questo livello: la facility, lo staff tecnico, la cura per la parte fisica e la preparazione. È arrivato Pianigiani per costruire una nuova era, ha cambiato molto e c’è stato poco tempo per lavorare al completo. Volevamo partire bene in Italia, farlo ci ha dato fiducia e la spinta a lavorare meglio. Ma l’Eurolega è altro. Serviranno due-tre mesi per capire quello che possiamo fare, con tante novità, e trovare la chimica».
A che punto è il feeling con Theodore e Goudelock?
«Individualmente sono ottimi giocatori. Theodore viene da una stagione super, ha anche eliminato il mio Galatasaray in semifinale di Coppa di Turchia, ma il passo è grande, avrà bisogno di tempo. Goudelock è un grande realizzatore, ci aiuterà molto. Ci vorrà un po’ per trovare gli equilibri, condividere la palla e coinvolgere tutti in attacco e in difesa».
Cosa ha Milano per competere in Eurolega e cosa le manca?
«In una stagione da 70-80 partite, campionato compreso, servono rotazioni di qualità e profonde, e un sistema per recuperare come quello che abbiamo. Ci saranno tanti alti e bassi non solo per una squadra nuova come noi, ma per tutti: la chiave è limitare i momenti brutti che in una stagione ci sono. Vincere più possibile in Italia ci darà fiducia per assorbire le sconfitte che potranno capitare in Eurolega».
Da giocatore, qual è il bilancio dopo il primo anno con la nuova Eurolega?
«Eravamo in tanti a essere scettici. Sul significato dei campionati nazionali se chi vince non va in Eurolega, per esempio. Ma è stato meglio di come si pensava. Ora un giocatore come Doncic possono vederlo i tifosi di tutte le squadre, non solo di chi è nel girone del Real. Leggo che si parla di salire a 18 squadre: ancora più interessante, anche altre realtà meritano l’Eurolega».
Chi sono le favorite?
IL LIVELLO È QUELLO DI UNA TOP 16 LUNGA TUTTO L’ANNO VLADO MICOV ALA MILANO CI VORRÀ UN PO’ DI TEMPO PER TROVARE GLI EQUILIBRI
«Cska e Fenerbahce, sicuramente. Poi Real».
Milano dove si posizione in questa stagione europea?
«L’anno scorso le sono andate diversamente dalle attese per tanti: Barcellona e Milano, o di contro il grande basket di Zalgiris e Stella Rossa, senza grandi nomi ma sfiorando i playoff. Milano aveva vinto quattro delle prime sette partite, il Darussafaka al contrario era partito male, poi ha trovato ritmo e ha fatto i playoff. È una stagione lunga, quando si perde bisogna capire che c’è tempo per lavorare e trovare la chimica. Intanto cominciamo: abbiamo una squadra totalmente nuova e un calendario tremendo all’inizio. Ma il livello di questa nuova Eurolega è quello di una Top 16 lunga tutto l’anno».