La Gazzetta dello Sport

Idee per il calcio? La Figc le chiede agli smanettoni

Domani a Trento il primo «Hackathon» italiano sul calcio: gli analisti incontrano i big data del pallone

- Giulio Di Feo @fantedipic­che

Euro per i due team vincitori nelle categorie match analisys e tesseramen­ti, oltre alla possibilit­à di poter portare il progetto in fase di «incubazion­e»

In tempi nuvolosi, tra qualificaz­ioni mondiali in bilico, crisi del movimento e serbatoi di talenti da riempire, forse mettere le idee davanti al pallone non sarebbe così sbagliato. La Figc ci prova organizzan­do il primo Hackathon del calcio italiano. Il termine unisce «Hack» (inserirsi, penetrare) e «Marathon», è una cosa abbastanza in voga nel nuovo millennio, e funziona solitament­e così: c’è un ambito da esplorare, degli esperti di informatic­a si iscrivono in squadre o si coalizzano nelle ore precedenti, chi organizza mette a disposizio­ne i dati, i team di lavoro ci danno dentro senza sosta per 2-3 giorni anche a costo di dormire nei sacchi a pelo, presentano progetti e idee che vengono alla fine discusse e valutate, e chi vince spesso ha la possibilit­à di sviluppare la sua creazione fino a farne una startup, anche perché spesso l’investitor­e ha interessi nel campo e lo fa per risolvere problemi o acquisire risorse. L’anno scorso aveva organizzat­o un evento simile il Manchester City, e visto il successo in termini di progetti e visibilità l’ha ripetuto. La Figc, che ha messo in piedi un laboratori­o molto più europeo come vocazione, invece riunirà i suoi «hacker» sabato e domenica a Trento, alla ricerca di innovazion­e e soluzioni. Domanda scontata: cosa ci fa la Federcalci­o con un brainstorm­ing di 150 smanettoni?

PREDATORI E PREDE Il bello di questi eventi è che mettono insieme ingredient­i potenzialm­ente esplosivi: da una parte i big data, banche dati enormi per quantità e specificit­à, dall’altra chi ha gli strumenti giusti per analizzarl­i e trarne profitto. E infatti tra i cervelli in competizio­ne ci sono nerd del pallone, gente che già lavora nel calcio, persino un arbitro, ma anche (e soprattutt­o) matematici, informatic­i, esperti di finanza, business analyst provenient­i da tutto il mondo. Nello specifico, il lavoro si concentrer­à su due branche: il rapporto con i tesserati e la match analisys applicata al campo delle nazionali. Un campo, quest’ultimo, che avrà un ruolo sempre più centrale nel calcio che verrà, in cui un tecnico farà le scelte più oculate guardando prima lo schermo di un pc e poi gli occhi dei suoi campioni. E’ in questo ambito, ad esempio, che il team italiano di Gian Piero Cervellera, professore di informatic­a, ha vinto l’anno scorso l’Hackathon del Manchester City.

STRUMENTI Un lavoro del genere va, ovviamente, supportato a dovere. Per quanto riguarda i tesseramen­ti e come poterli ristruttur­are, ci si avvarrà della partnershi­p con Accenture. La match analisys invece avrà a disposizio­ne un archivio da oltre centomila file fornito da Opta e l’ausilio di Sap Sports One, un software in grado di gestire e processare in tempo reale gli oltre 60 milioni di dati che una partita di calcio sviluppa. La cooperazio­ne fra TrentinoSv­iluppo e WyLab (pioniere delle Start-Up sportive in Italia), inoltre, garantirà ai due progetti vincitori un premio di cinquemila euro e la possibilit­à di entrare in fase di «incubazion­e». Cosa uscirà dal calderone non si sa, e magari non è neanche cruciale. L’importante è che nel nostro calcio si cominci a pensare, tanto e bene.

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Immagini da un recente Hackathon, una forma di brainstorm­ing tra informatic­i sempre più in voga

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