«DERBY SPECIALE MILAN DA BRIVIDI E PENSARE CHE...»
LO SVIZZERO: «S. SIRO È SEMPRE DA PELLE D’OCA OCCHIO AL MIO AMICO PERISIC, SA FARE TUTTO L’INTER? SÌ, MI CERCÒ MA SONO FELICE QUI»
R icardo Rodriguez e Milano hanno lo stesso sangue spagnolo nelle vene. Gli antenati hanno lasciato tracce in città e sul volto di Rici, che è un perfetto figlio dei tempi: è nato in Svizzera da un papà spagnolo e una mamma cilena, è diventato famoso in Germania e senza pensarci ha scelto Milano, che come lui mischia nazionalità e stili. Vale nel calcio e nella musica. Tra i suoi vicini di casa ci sono Tiziano Ferro e Fedez, non due gemellini, e RR per non sbagliare lascia in pace entrambi: se parliamo di musica, bocciati.
Che c’è di svizzero, spagnolo e cileno in Ricardo Rodriguez?
«Sono molto puntuale e questo sì, è svizzero. La Spagna e il Cile invece si sentono per la musica: ascolto bachata, salsa, reggaeton. Italiani, nessuno».
E Milano?
«Bellissima, a volte quando giocavo nel Wolfsburg venivo coi cugini, facevo shopping e tornavo in Germania. Ora vivo a CityLife, in zona Fiera, ma mi piace camminare al Duomo».
Difetti?
«Il traffico. In Germania quasi non esisteva e qui ci sono quei maledetti semafori. Troppi!»,
Meglio lo stadio. Qual è il momento preferito a San Siro?
«La prima partita col Craiova e ogni ingresso in campo. Mi piace la musica del riscaldamento e quell’inno, “Milan Milan”: ho sempre la pelle d’oca».
Domenica c’è Inter-Milan: niente inno ma emozioni doppie.
«Sicuro, il derby è speciale. Quando ero piccolo lo Zurigo era la mia squadra preferita assieme al Valencia e i derby col Grasshoppers erano sentiti: lo stadio pieno, i fumogeni. A me piace se la partita è calda».
A Wolfsburg invece i derby sono regionali. Soprattutto, a Wolfsburg giocava Perisic...
«Ivan è fortissimo, è pericolosissimo. È forte, ha fisico, è rapido, salta e soprattutto gioca con due piedi. La sua mentalità mi piace: anche a Milano siamo usciti a mangiare insieme».
Che può fare chi lo marcherà?
«Stargli sempre vicino. E sperare che non sia in giornata».
Abbiamo davvero rischiato di vedere Rodriguez nerazzurro?
«Sì, l’Inter ha parlato con il mio procuratore nella prima parte dell’anno ma il Milan, quando è arrivato, ha chiuso rapidamente. E io sono felice di giocare il derby per il Milan».
Il derby però è fondamentale. Che cosa non sta funzionando?
«Difficile dirlo. Il calcio è così: giorni buoni e altri no. Forse i nuovi vogliono mostrare di essere all’altezza e si mettono pressione: ci sono calciatori che la gestiscono meglio di altri».
Il 3-5-2, il discorso di Mirabelli dopo la Samp, l’allontanamento del preparatore. Attimi delicati?
«Il Milan vuole vincere, è normale che la società intervenga: la vita è così, decidono i capi. Poi non so che è successo con Marra, sono arrivato un giorno e non c’era più. Mai più visto. Mi piaceva, un bravo ragazzo».
Si è parlato della dieta. Troppo?
«Sì, al Milan si può mangiare tutto, anche se io preferisco il latte di riso o di soia».
Ora il campo. Chi è il rigorista?
«Nelle ultime partite io ero il primo e Kessie il secondo. Non so come tirerò, decido all’ultimo istante: è puro istinto».
Ma alla fine, che effetto fa essere al Milan?
«Io quando sono nato ero in pericolo di vita per un’ernia diaframmatica. Mi hanno operato subito: era 50-50 tra vita e morte. Per questo ringrazio Dio, anche per le cose piccole. Ho capito che ci hanno dato questa vita, dobbiamo cercare di essere felici. Siamo qui per questo».
RICI DA PICCOLO È STATO TANTO IN OSPEDALE MA COME CORREVA VEDEMMO INSIEME CHELSEA-BARÇA CHE ESULTANZA AL GOL DI INIESTA FRANCISCO RODRIGUEZ FRATELLO DI RICARDO