Tyrrell re a Monza «F.1 che passione bello vincere qui»
1Hatton festeggia i 26 anni con un successo all’ultima buca: «Il regalo? Un giro in supercar»
Dove non è arrivata la gioia, c’è stato lo spettacolo. L’Open d’Italia 2017, il primo dal super montepremi di quasi sei milioni va in archivio senza il triplete di Francesco Molinari, ma con un finale all’ultimo respiro, col rischio di playoff a quattro spazzato via dal putt ispirato di Tyrrell Hatton alla 18. Un birdie definitivo, che ha sancito il trionfo di Hatton, il secondo consecutivo dopo quello della scorsa settimana sui links scozzesi all’Alfred Dunhill, bis del 2016. Non poteva farsi regalo migliore Tyrrell che a Monza ha compiuto sabato 26 anni.
LA GARA Francesco Molinari è partito al rallentatore, con un brutto colpo dal tee alla 4, con palla nei boschi e un bogey che faceva presagire il peggio. Così è stato, perché Chicco non è più riuscito a scuotersi. Alla 13 un secondo bogey ha dato la mazzata finale alle aspettative del pubblico che si è risollevato insieme al torinese nelle ultime buche, quando dalla 14 ha infilato tre birdie in 5 buche per il -17 del 6° posto finale. Intanto il thailandese Aphibarnrat era partito a razzo, con quattro birdie consecutivi al via e una corsa sparata fino alla 16, il par quattro che gli è costato due colpi e una brusca frenata nella rincorsa a Ross Fisher, in quel momento leader a -20. Alla fine i due vanno in club house in parità grazie al birdie di Aphibarnrat alla 17 ma nel frattempo Tyrrell Hatton e Matt Wallace si stavano avvicinando pericolosamente. Alla fine il superspareggio a quattro non c’è stato perché Tyrrell, nonostante qualche screzio col pubblico che a suo dire l’avrebbe distratto, ha infilato il birdie alla 13,13,14 e 15 con una rimonta tutta di nervi, chiudendo col capolavoro della 18 che ha suggellato la vittoria a -21.
DELUSI Fisher e Aphibarnrat, che si stavano scaldando in putting green, sono così tornati negli spogliatoi coi loro assegni a cinque zeri e un po’ di delusione. Il thailandese, che colleziona orologi e ha comprato una Ferrari bianca per essere più riconoscibile, si è consolato tra le braccia della moglie, sposata su una mongolfiera in volo. «Sono un po’ arrabbiato per l’occasione persa alla 16 – racconta –. Ma è colpa di una valutazione sbagliata dal tee, ho provato a rimediare con un approccio, ma anche quello non è stato preciso, peccato. Chiudo comunque con un ottimo risultato: comprerò qualche altro orologio...». Fisher è un veterano del tour, la settimana scorsa ha lottato per il titolo sempre con Hatton: «E’ stato un bel finale, ho ingannato il tempo in club house chiamando la mia famiglia, poi ho sentito il boato e ho capito che era finita».
IN PISTA Non è un chiacchierone Hatton, nemmeno le bollicine dei festeggiamenti sciolgono la timidezza. Sabato, per il compleanno, è corso in pista a fare qualche giro con una su-