Avvio super del City: 2-0 Mertens sbaglia il rigore, Diawara no: Napoli k.o.
Manchester 30’ devastanti della squadra di Pep. Quella di Sarri sbaglia l’approccio, si riprende, ma spreca il primo rigore. Ora qualificazione in salita
Il Napoli si crogiola nei rimpianti e si ritrova terzo del girone, tre gradini sotto il secondo posto della qualificazione. Il City si prende i tre punti e veleggia verso gli ottavi. Questa è la realtà, poi si possono imbastire discorsi sul Napoli bifronte, irriconoscibile nel primo tempo e rimontante nella ripresa, e sul rigore sciupato da Mertens in coda alla prima frazione. La verità è una e incontrovertibile: la squadra di Sarri ha sbagliato l’approccio alla partita e la sveglia a suoneria ritardata ha salvato l’onore e la faccia, ma non è bastata per rimettere insieme i cocci di un disastroso inizio. Seconda sconfitta consecutiva in trasferta nel gruppo di Champions, la strada si fa dura.
PUREZZA C’è sempre qualcuno che è più puro e che ti epura. Questa vecchia massima rende l’idea di una partita tra due squadre uguali per concezione e architettura, ma differenti per valori tecnici. Il City ha una purezza tecnica più elevata e l’ha fatta valere nei primi trenta minuti, quando il Napoli è stato schiacciato davanti a Reina come mai gli era capitato durante l’era Sarri. L’allenatore azzurro ci ha messo del suo, nel brutto avvicinamento alla gara. Ha trasmesso messaggi sbagliati in vigilia, quando ha detto che non era questa la partita da vincere per qualificarsi e quando ha usato una volgarità da campetto di periferia per caricare la squadra. Ha concesso alibi ai giocatori nel subconscio e nel contempo li ha sovraeccitati. Segnali contraddittori. Sarri ha poi ceduto alla tentazione del turnover: Jorginho e Allan in panchina, Diawara e Zielinski al posto loro. La conferma, neppure troppo implicita, di quel che si sospetta: prima lo scudetto, il resto mancia. Più importante l’Inter che verrà sabato del City affrontato ieri. È un calcolo che va rispettato, però a Manchester gli effetti collaterali sono stati pesanti. Oltre ai due gol, il City prima versione può far valere la traversa di De Bruyne e il salvataggio sulla linea di Koulibaly a sventare un tiro di Gabriel Jesus. Occasioni clamorose, solo in minima parte bilanciate dal rigore fallito di Mertens. Se il primo tempo si fosse chiuso sul 4-1, non ci sarebbe stato nulla da obiettare.
MAGNIFICENZA Il City è stato magnifico, nella mezz’ora del suo furore. Ha piantato le tende nella metà campo altrui e non c’è stato verso di ricacciarlo indietro. Squadra ultra-offensiva
in spregio a ogni legge della fisica calcistica. De Bruyne e David Silva, giocatori di alta creatività e capacità d’attacco, ricoprivano i ruoli di interni di centrocampo e il particolare rende l’idea. Il sistema di gioco del City a tratti pareva una sorta di 4-1-5, laddove quell’uno era Fernandinho, equilibratore ed equilibrista. Il Napoli è stato inibito nel suo pezzo forte, la pressione alta, elusa di continuo dal Manchester con uscite rapide e ragionate. Chi in Italia di aggressione ferisce, a casa del City di aggressione è perito. Classica legge del contrappasso. La prima mezz’ora all’Etihad Stadium è suonata sinistra per il calcio italiano. Se il Napoli, che in Serie A esprime per distacco il miglior gioco, viene maltrattato così dal City capolista in Premier, vuol dire che siamo messi male: questo il pensiero malinconico dell’intervallo.
REAZIONE Mai disperare, però. Passati dieci minuti della ripresa, Insigne ha chiesto il cambio per un problema muscolare e Sarri al suo posto ha inserito Allan, senza mutare sistema: all’ala sinistra è avanzato Zielinski. L’ingresso del brasiliano ha funzionato da bevanda energetica. La squadra ha acquisito corsa e dinamismo, è andata a rompere le scatole al City nei trastulli davanti al portiere Ederson. Il Manchester di Guardiola è bellissimo e purissimo, ma l’ossessione per la maniacale cura della palla può costare cara. Il City fa possesso spericolato pure nella sua area e lì il Napoli è stato bravo a incunearsi. I sarriani hanno fatto leva sul narcisismo guardiolesco e si sono procurati il secondo rigore. Fernandinho ha pagato l’ebbrezza da onnipotenza ed è stato costretto a falciare Ghoulam diretto verso Ederson. A differenza di Mertens, il giovane Diawara non ha sofferto della sindrome del piede tremolante e ha spezzato una catena impressionante: i precedenti sei rigori contro il City in Champions, incluso quello di «Ciro il belga», erano stati tutti parati dai portieri. Sul 2-1 il Napoli ci ha provato e creduto, ma il City è sopravvissuto alla sua vanità. Alla fine tutti soddisfatti o quasi: siamo sicuri che per Sarri la Champions sia una priorità?