Triste Benfica Mou è con te «Più forte di Basilea e Cska»
Tecnico dello United fa ritorno in un Portogallo ferito dagli incendi
Èun Portogallo triste quello in cui il Manchester United giocherà stasera per l’ennesima volta contro il Benfica, antico nemico dagli anni Sessanta. Il club di Lisbona fa parte della storia dei Red Devils: il 29 maggio 1968 la squadra di Bobby Charlton conquistò a Wembley la sua prima Coppa dei Campioni, superando 4-1 i lusitani dopo i tempi supplementari. Qui, in Portogallo, nacque anche la leggenda di George Best quinto componente dei Beatles. Stavolta lo United trova però una nazione ferita dagli incendi che, tra domenica e lunedì, hanno provocato 41 morti. Il tornado Ophelia ha colpito duro. Il Benfica potrebbe giocare con il lutto al braccio.
BENFICA È un match chiave per la squadra di Rui Vitoria, a quota zero dopo le prime due giornate di Champions. L’1-2 in casa con il Cska Mosca del 12 settembre fu una doccia gelata dopo una partenza sparata in campionato, ma il 5-0 incassato quindici giorni dopo sul campo del Basilea ha lasciato tracce profonde: è stata la peggior sconfitta europea di sempre del club portoghese. Un nuovo k.o. stasera potrebbe quasi chiudere in anticipo l’avventura in Champions delle Aquile e sarebbe quasi paradossale se la firma dovesse essere di José Mourinho, che cominciò la sua straordinaria avventura di allenatore proprio lavorando con il Benfica.
MOURINHO Il manager portoghese non si è però lasciato condizionare dai sentimenti nelle dichiarazioni della vigilia. Nelle ultime ore in Inghilterra si è romanzato su una sua possibile autocandidatura per guidare il Psg dopo un’intervista rilasciata a Telefoot. Mou ha subito replicato ai media d’Oltremanica: «Penso che voi abbiate già la risposta. Un giorno viene detto che io firmerò un rinnovo di contratto per cinque anni a un miliardo di sterline a stagione. Il giorno dopo scrivete che andrò al Paris Saint-Germain. La verità è un’altra. Non succederà nulla di tutto questo. Non sto per firmare un rinnovo per cinque anni e non sto per andare al Paris Saint-Germain. Resterò al Manchester United: ho un contratto fino al 30 giugno 2019. Ho già detto che non finirò la carriera allo United. Wenger è l’ultimo manager in grado di restare per vent’anni nella stessa squadra. Io continuerò nel calcio per altri 15 anni minimo: le conclusioni sono facili. Quanto al Benfica, la sua qualificazione non rappresenta un mio problema. Può ancora vincere tutte le quattro gare che restano, conquistare 12 punti e arrivare primo nel girone. Per me il Benfica è superiore a Basilea e Cska Mosca. L’ho ripetuto più volte nella riunione tecnica ai miei giocatori. Io in questo momento devo pensare allo United e agli infortuni che ci hanno tartassato negli ultimi tempi. Se invece parliamo di quello che posso provare dentro di me quando gioco da queste parti, è facile la risposta: questa è la mia terra e per me il Portogallo rappresenta sempre qualcosa di speciale». Rui Vitoria, 47 anni, guida del Benfica dal 2015, si gioca molto stasera: un addio alla Champions nella fase a gironi potrebbe segnare il suo futuro.