Europa sempre più giardino della Dea
Ilicic, l’Atalanta domina, spreca, si fa raggiungere dall’Apollon poi dilaga con Petagna e Freuler
Nessuno può rovinare il compleanno della Dea, nessuno faccia arrabbiare l’Atalanta. L’Apollon ha provato a guastare la festa per i 110 anni del club nerazzurro, ma è stato spazzato via da una squadra che si trova sempre più a suo agio anche nel giardino europeo. L’Atalanta ha gestito la partita con la consapevolezza di chi è più forte: partenza sprint, vantaggio, raddoppio mancato più volte (e questa è una pecca) e poi, dopo il pareggio dell’Apollon, la reazione tremenda con due reti, una traversa e altre enormi occasioni nel giro di una manciata di minuti. Dopo tre turni l’Atalanta può già fare calcoli e tabelle: in caso di vittoria a Cipro e di contemporaneo pareggio dell’Everton a Lione, Gasperini e la sua banda festeggerebbero la qualificazione ai sedicesimi con due giornate di anticipo. Sembrava un girone durissimo, merito dell’Atalanta averlo reso morbido come un maglione di cachemire.
QUALITÀ Ieri sera la partita è durata complessivamente diciannove minuti: i primi dodici fino al gol del vantaggio di Ilicic e i sette della ripresa tra il 14’ (pareggio di Schembri al primo e ultimo tiro dei ciprioti nello specchio) e il 21’ quando Freuler ha chiuso definitivamente la questione con la rete del 3-1. Proprio la reazione all’immeritato
I giocatori mandati in gol in Europa League dall’Atalanta: Ilicic, Freuler, Petagna, Masiello, Cristante e il Papu Gomez che ne ha segnati due.
pareggio dell’Apollon è stata la cosa più bella della serata. L’Atalanta non si è demoralizzata e, al contrario, si è scatenata alzando il ritmo, trovando tante diverse linee di passaggio, tirando molte volte ed esaltando la strepitosa serata di Ilicic: un gol, due assist (un gioiello quello di petto per Freuler) e altri suggerimenti splendidi che sono stati sprecati da compagni imprecisi. Quando è servito l’Atalanta ha mostrato la sua ricchezza tecnica e tattica.
LEZIONE PREZIOSA I ciprioti (si fa per dire: tra i titolari c’erano tre brasiliani, due portoghesi, due croati, un argentino, un maltese, uno spagnolo, un romeno) hanno impostato una partita ovviamente difensiva. Il tecnico Avgousti ha scelto il 4-1-4-1 per coprire sia le fasce, dove Jakolis e Schembri erano chiamati al doppio lavoro, sia il centro, dove Alef seguiva a uomo Ilicic. Mossa inutile, questa, perché lo sloveno ieri ha sempre saltato il proprio avversario non limitandosi a muoversi nelle zolle centrali (dalle quali ha servito splendide palle sprecate da Freuler, Petagna e Gomez) ma allargandosi anche a destra per dialogare con Hateboer. Nel primo tempo sarebbe bastata un po’ di precisione in più negli ultimi venti metri per chiudere la partita e questa è una lezione preziosa per i nerazzurri: dopo un’ora di nulla l’Apollon ha imbastito una ripartenza basic rifinita da Jakolis con il cross messo in porta di testa da Schembri. Un’azione, un gol: può succedere, ma contro squadre più forti può essere letale. Contro l’Apollon, invece, è bastato resettare tutto e ripartire: per dieci minuti l’area di Bruno Vale è stata devastata, i nerazzurri arrivavano da tutte le parti. Il gol di Petagna, che ha rimesso in discesa la gara, è importante anche dal punto di vista psicologico. Il centravanti si è sobbarcato il solito grande lavoro, ma è parso demoralizzato dopo il grave errore al 17’ del primo tempo: davanti al portiere ha tardato un po’ la conclusione e poi si è fatto murare. Gomez ha recuperato dall’infortunio appena in tempo per giocare e comprensibilmente non era al massimo. E’ bastato il sontuoso Ilicic per risolvere la questione: adesso il primo traguardo è davvero vicino. Il passaporto della Dea è valido anche per il 2018.