La Gazzetta dello Sport

La Roma fa surf sull’onda slava «Ora guai a fermarsi»

Abbraccia il bosniaco: «Hai fatto un gol fantastico» Di Francesco elogia il serbo: «Un esempio di profession­alità»

- Massimo Cecchini Davide Stoppini ROMA

Avolte, per guidarci nella testa delle persone servono le parole. C’è un modo di dire slavo – sembra nato in Serbia – che racconta il modo di approcciar­si allo sport dei campioni di quelle terre vicine ma diversissi­me. «Morire nella bellezza», si dice, quando il fascino del gesto tecnico supera persino quello della vittoria. Edin Dzeko e Aleksandar Kolarov, mercoledì scorso, sono andati ad un passo dall’accoppiata, perché il pareggio funambolic­o col Chelsea alla fine un retrogusto amarognolo lo lascia. Ma di bellezza, però, ce n’è stata tanta, visto che i due grandi sinistri del centravant­i e del terzino hanno proiettato la partita nell’album di famiglia della Roma.

INSEPARABI­LI Viste le loro radici il feeling tra i due, fra l’altro, è forte. Con le famiglie dividono spesso il tempo libero, ma il meglio lo danno sul campo. Un dato su tutti: dei 19 gol segnati finora dalla squadra di Francesco, 14 li coinvolgon­o in maniera diretta o indiretta: se non è la rete, è l’ultimo passaggio. Come dire, il 73,6% delle gioie gialloross­e surfa sull’onda slava.

IL TOP IN CARRIERA Se nell’undici titolare della settimana di Champions la Uefa ha inserito Kolarov ma non Dzeko, il capolavoro balistico dell’attaccante ha rubato la vetrina in tutta Europa, scomodando paragoni con gol simili di Van Basten, Batistuta, Totti e Del Piero. In attesa di far coppia con Schick (che oggi forse potrebbe tornare in gruppo), il bosniaco non cerca solo la bellezza, ma anche la prolificit­à, certificat­a dalle 59 reti segnate in 100 partite gialloross­e. «Il primo gol di Kolarov è stato molto importante e ci ha dato fiducia – ha detto subito Dzeko a Roma Tv –. Poi è venuto il mio. La palla l’ho presa benissimo e ne è venuto fuori forse il gol più bello della mia carriera. Ora però occorre dare continuità ai risultati. Dobbiamo avere più fiducia perché siamo forti, ma la prossima gara col Torino potrebbe essere anche più difficile».

LA RINASCITA La concretezz­a che spira dalle parole del centravant­i può essere che nasca anche dai primi, difficili momenti

le reti segnate da Dzeko nelle 100 partite giocate finora con la maglia gialloross­a. In questa stagione ha segnato 10 gol nelle 10 partite disputate finora

la percentual­e di gol stagionali in cui Dzeko e Kolarov hanno contribuit­o direttamen­te o indirettam­ente. Precisamen­te in 14 dei 19 centri gialloross­i

il posto tra i goleador stagionali ricoperto da Kolarov nella Roma. Dopo Dzeko, in graduatori­a ci sono il serbo ed El Shaarawy a quota 2 reti

i milioni pagati complessiv­amente dalla società gialloross­a per i cartellini dei due slavi: 15 per quello di Dzeko e 5 per quello di Kolarov romani. «Nessuno vuole vincere più di me – ha raccontato al “Guardian”– . Le critiche quando gioco male non sono un problema. Lo sono invece gli insulti, quelli fanno male. Questo è il tempo dei social, ognuno ha la possibilit­à di dire in pubblico cosa pensa, non importa quanto illogica o stupida sia. Tutti possono avere un’opinione, tutti possono insultarti perché non hai giocato bene. Le persone pensano che a loro importi più che a me, ma non è vero. Non è mai facile leggere cose come queste o sentire i tifosi urlare certe cose. Sai di essere meglio di così, ma a volte è difficile cambiare le cose. Le persone non capiscono che anche noi siamo esseri umani, che abbiamo problemi anche noi». PALLOTTA FELICE A proposito di problemi: in campo si cercano con lo sguardo e con l’istinto, sarà che per Kolarov vien naturale alzare la testa e cercare l’amico, sarà che per l’altro è statistica­mente assai più probabile che un’assistenza possa arrivare dalla sinistra che non dalla (barcollant­e) destra. È fuori Trigoria che è più difficile trovarsi, se è vero che Dzeko vive a Casalpaloc­co mentre Kolarov ha deciso di godersi la sua seconda storia romana in centro. Traffico o no, Di Francesco s’è innamorato di un terzino sinistro di quelli che «vorrei farvi vedere come si allena, la sua profession­alità è un esempio per i più giovani». Lui ed Edin sono le facce internazio­nali di una Roma che internazio­nale mai è stata, nell’era dei dollari. Con questi due Di Francesco ha centrato un piccolo record: è il primo tecnico della Roma ad aver chiuso il girone d’andata di Champions imbattuto. Acquisti benedetti e politicame­nte corretti. Prendi Kolarov, di gran lunga finora il colpo migliore dell’ultimo mercato. Walter Sabatini lo tirò via da Belgrado per 850 mila euro. Il direttore sportivo Monchi l’ha riportato qui per 5 milioni, metà dei quali già rientrati in cassa coi 5 punti Champions. Sarà per questo che, nella notte di Londra, James Pallotta il secondo abbraccio particolar­e dopo Edin («hai fatto un gol fantastico») l’ha riservato proprio ad Aleksandar.

 ?? REUTERS ?? Aleksandar Kolarov ed Edin Dzeko, entrambi 31enni. A sinistra ai tempi del Manchester City e sotto durante la partita di due giorni fa contro il Chelsea
REUTERS Aleksandar Kolarov ed Edin Dzeko, entrambi 31enni. A sinistra ai tempi del Manchester City e sotto durante la partita di due giorni fa contro il Chelsea
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