Il calcio e il Mondiale 2006 nel primo romanzo di Pardo
È la storia di un viaggio fisico ed esistenziale di due amici-tifosi
«Non è autobiografico, ma c’è molto di me». Pierluigi Pardo è stato in pubblicità, alla Procter & Gamble, prima di diventare giornalista e telecronista. Pubblicitario come Giulio, il protagonista del suo primo romanzo, «Lo stretto necessario» (Rizzoli), presentato ieri a Milano (bis domenica allo stadio di Udine). Successo e notorietà per Pardo sono arrivati con la tv e col libro di Antonio Cassano (100 mila copie), in cui il fantasista ne sparava e di grosse. «Ma questa è un’altra storia. E’ un romanzo. Che avevo cominciato a scrivere un paio d’anni fa. Poi avevo perso le prime 150 pagine che mi hanno ritrovato. Da lì ho avuto la forza per portarlo a termine».
CALCIO Il filo conduttore del libro è il calcio. Che per Pardo è la vita. «Se mi chiedono cosa amo fare dico sempre le telecronache. Il gioco è bellissimo, come i suoi tifosi. Il calcio unisce generazioni e persone, accompagna gli amici in viaggio, fa rimanere Peter Pan. Proprio come succede nel libro a Giulio e Federico, quarantenni, uno milanista, l’altro interista». Che decidono di andare in Pu- glia a ritrovarsi dopo crisi lavorative e coniugali e problemi esistenziali. L’obiettivo è ristrutturare una masseria. Ma nel suggestivo e rocambolesco tour i due hanno sempre un chiodo fisso: seguire le partite dell’Italia di Marcello Lippi, impegnata nel Mondiale 2006. Quello che poi vincerà.
I MASCHI E’ un libro molto maschile «Lo stretto necessario». Che si ispira un po’ a Nick Hornby. Un viaggio nella psiche. Col quale Pardo, sposato senza figli, al contrario di Giulio che pensa nei ritagli di tempo anche alla piccola Rebecca, spera di conquistare il pubblico femminile. «E’ stato bello mettersi a nudo e vedere se riuscivo a fare una cosa che non sapevo se ero in grado di fare». Lo ha fatto bene, il libro, lungo, scorre bene. Forse c’è qualche parolaccia di troppo. Ma la storia appassiona. Fino alla fine. Diversamente dal libro su Cassano, nato in nome di un’amicizia forte tra i due: «Gli ho sempre consigliato di restare al Verona, avrei voluto che lo scorso campionato giocasse nel Palermo. Ma fa sempre quello che gli pare. Ed è sempre se stesso. Ma in tv funziona». La coppia si ricomporrà su Italia 1a Tiki Taka?