La Gazzetta dello Sport

Dal Colosseo alla Nuvola di Fuksas La Formula E gira già per Roma

- Alessandro Catapano ROMA

Un sibilo penetra la Nuvola di Fuksas. «È il motore del futuro, ma il futuro è adesso», dice un’entusiasta Virginia Raggi, la sindaca che elesse l’ultimo gioiello architetto­nico dell’Eur a «simbolo degli sprechi» e oggi lo apre da perfetta padrona di casa alle livree eleganti e ai bolidi silenziosi della Formula E, l’alta velocità elettrica adottata da Roma, prima tappa italiana (14 aprile 2018) di un campionato (partenza il 3 dicembre da Hong Kong) che toccherà cinque continenti e, sui nostri schermi, sarà trasmesso da Italia 1. «La Capitale — assicura la Raggi — è già nel futuro». Poteva esserlo con un’Olimpiade, si «accontente­rà» di un gran premio, «perché la Formula E incarna i nostri valori e non intacca le nostre casse», dice con un ghigno. Investimen­to da dieci milioni di euro, tutti privati, non un centesimo a carico dei romani, che anzi si ritroveran­no un quartiere con strade rimesse a nuovo e tante centraline elettriche.

NESSUN COSTO PER I CITTADINI, MA STRADE NUOVE E TANTE CENTRALINE VIRGINIA RAGGI SINDACO DI ROMA

AMBIZIOSI «Bello, lucente, veloce e silenzioso, sarà un motore delicato...». Lucio Dalla lo aveva previsto nel 1992, il motore del duemila è «l’unica alternativ­a che abbiamo, le riserve sono esaurite», ancora la Raggi, «le altre grandi metropoli hanno già deciso quando metteranno al bando i motori a scoppio», le fa eco Luigi Di Maio, venuto a metterci il bollino Cinque stelle, il più fotografat­o in platea. C’è la Roma bene, quella dei salotti. Lo spagnolo Alejandro Agag, ceo lungimiran­te e padre premuroso della Formula E, ricorda di come

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