Vincenzo se la cava Senza capitano ritrova la squadra
Probabile condotta antisportiva e doppio stop. Rosi: «Mi ha colpito». Il caso capitano
Alla fine, direzione garage di San Siro, Bonucci e Rosi escono a debita distanza, non intrecciati come in partita, e soprattutto con l’ordine invertito: prima Rosi, un quarto d’ora prima delle sei, e poi Bonucci, venti minuti più tardi. Rosi esce da solo, beauty in mano e cerottone sulla fronte. «Scusa Aleandro, qualcosa da dichiarare?». «Non ho l’autorizzazione per parlare». «Ma la gomitata c’era?». «E che non si vede???». Il cerotto bianco in testa, sempre secondo la ricostruzione del genoano, copre cinque punti di sutura. Quando passa Leo, zaino in spalla, c’è l’addetto alla comunicazione a scortarlo: non una parola.
SQUALIFICA In partita Leo e Rosi erano stati molto più vicini, un po’ troppo secondo l’arbitro Giacomelli. Succede tutto dopo ventidue minuti dal via: Calhanoglu si incarica di una punizione dalla sinistra. Bonucci, come consuetudine, sale per colpire di testa: mancherà il pallone, che scivola sul fondo, ma non Rosi. Entrambi hanno il gomito alto e largo, quello del difensore rossonero, in corsa verso la palla, si carica però verso il volto dell’avversario che resta a terra sanguinante. L’episodio merita il rallenty Var e mentre Giacomelli consulta il monitor Bonucci si solleva la maglietta e si copre il viso per asciugare il sudore. Quando la 19 è tornata giù trova il rosso mostrato dall’arbitro: Leo sembra sinceramente sorpreso. Le norme dicono che prenderà minimo due giornate di squalifica perché il gesto dovrebbe essere inquadrato come condotta gravemente antisportiva. Potrebbe aggiungersi un altro turno di stop, il terzo, o ancora di più se nel referto arbitrale il gesto venisse descritto come condotta violenta. Con due giornate il Milan incasserà, altrimenti presenterà il ricorso con motivazioni tutto sommato facilmente dimostrabili, per esempio il fatto che non ci sia premeditazione. Oggi si saprà, ma sono praticamente certe le assenze forzate contro Chievo, mercoledì, e nella gara da ex con la Juve di sabato. Allegri, l’allenatore con cui a Torino il feeling era scarsissimo, ha una buona parola: «Avrei voluto vederlo in campo contro di noi». Poi Buffon, per sette anni capitano del capitano: «Leo è un campione, tornerà decisivo e a me fa stare sereno sapere che sabato non ci sarà».
FASCIA E FORZA La fascia rossonera è oggi annodata intorno al bicipite di Bonucci, anche se non così stretta: dopo la sconfitta contro la Sampdoria pare che Leo l’abbia data indietro e vincolata alla volontà dello spogliatoio che, si narra, non lo ha mai visto davvero di buon occhio. Indiscrezioni, mentre il peso dei gradi sembrava davvero caricarlo di troppe pressioni: «Se il problema sono io, la fa-
scia è qui». Ma visto che ha spalle larghe, gli è rimasta al braccio. Rispetto alla Juventus c’è poi un’altra differenza: l’ex bianconero era abituato a una metodologia di allenamenti basata sulla forza, particolarità che non ha ritrovato a Milanello. Poco convinto dalla tabella dell’ex preparatore atletico Marra, Leo è stato più convincente quando c’era da spingere la società a dotare il centro sportivo di macchinari che sviluppassero questo tipo di lavoro. Infine stanco per i troppi impegni avrebbe chiesto il riposo con l’Aek: non accordato.
SILENZIO Bonucci ieri è rimasto in silenzio. Dopo aver finito di vedere la partita da uno dei palchi vicino alla panchina è sceso nello spogliatoio: era ovviamente dispiaciuto ma le scuse si riservano a un fatto intenzionale e per Leo quello con Rosi era uno scontro di gioco, più o meno ruvido, ma involontario. Silenzio anche sui social dove dopo ogni partita, che finisca in trionfo o con una sconfitta, è abituato a commentare: lo stesso è finito nel mirino virtuale dei tifosi. Da questo punto di vista sembra tornato indietro nel tempo, per esempio al primo anno di Juve quando riceveva fischi e un’altra espulsione diretta, fin qui l’unica in carriera, contro l’Udinese. Un altro rosso, ma per doppio giallo, era arrivato a marzo 2012 in Bologna-Juve. Poi Leo si era rialzato e senza mai più cadere.