Lo spagnolo segna e trascina il Milan che scaccia la crisi Il Chievo si inchina
Il Milan non vinceva dal 20 settembre, 2-0 contro la Spal, quando sembrava che l’estate rigogliosa di acquisti ed euro-qualificazione non dovesse finire mai. Invece poi Vincenzo Montella è passato direttamente all’inverno che ha congelato qualsiasi effusione, fino a minacciare il distacco. Il Chievo non perdeva dal 9 settembre, 3-0 contro la Juventus, arrivava da un gustosissimo derby e da sei risultati utili. Ha dato una mano a Montella, si è dimostrato di nuovo il rifugio ideale per tutte le tempeste rossonere: non per niente il Milan è la squadra che ha battuto di più i veronesi in A, con questa le sconfitte sono 23, dal 2001.
I MOTIVI Suso è straripante, invita tutto l’attacco a segnare, con la prima rete in campionato di Calhanoglu e il sigillo del 4-1 di Kalinic, che stavolta non sente fischi, bensì applausi. Ma fra i meriti del Milan, c’è quello di individuare presto la falla nel sistema del Chievo e di insistere a entrarci. Il vuoto è nella sinistra difensiva dei gialloblù, perché Tomovic sta troppo basso aspettando Suso e temendone i rientri, mossa che due volte porta ai gol a fine primo tempo, e nella ripresa rimane senza rimedio. Hetemaj che dovrebbe soccorrere il difensore è troppo indaffarato sul centro sinistra, dove staziona Kessie oppure raddoppia sullo spagnolo. E la punta esterna non segue Calabria, poiché la banda di Maran stringe le linee ma si protegge a 4-3-3 con Birsa ad altezza di Pucciarelli e Pellissier per anestetizzare Biglia. Il Milan, soprattutto con Calabria si può permettere molte imprecisioni nei cross, però Suso non è tipo che manca la porta a lungo. Il primo tiro nello specchio è così l’1-0, quarto centro per lo spagnolo; il secondo è un cross velenoso che Cesar di testa mette in rete. Il terzo un contropiede in cui c’è di nuovo il piede di Suso, prima dell’assist di Kessie per «Calha». E poi quando sono aperti tutti i cancelli, il numero otto si diverte a mandare in porta Kalinic da vero dieci, cioè centrale, dritto nello spazio.
CHIEVO SULLE NUVOLE Maran
paga di persona il premio partita a Sergio Pellissier, decisivo nel derby: il segno di riconoscenza è la prima volta da titolare per l’attaccante, in questo campionato. Ma il capitano non si ripete, anzi. Resta fuori Inglese, che domenica aveva festeggiato una doppietta. E sta a guardare fino al termine, poiché si rivede Meggiorini e ed entra anche Stepinski. Inglese esuberante come con il Verona sarebbe servito. Gli altri nuovi vivono una serata nerissima: Tomovic affoga sul lato sinistro, quello sempre scoperto. E a giochi chiusi Donnarumma gli tocca sulla traversa il colpo di testa del 4-2. Cesar affianca Gamberini. L’organizzazione del Chievo, di solito impeccabile, non tocca mai livelli dignitosi. Solo un paio di volte riesce a rovesciare il campo, senza però infastidire troppo Donnarumma.
MILAN DI DESTRA Il Milan restituisce i piaceri avuti per un’ora con un assist di Kessie a Birsa, che infila il 3-1. Ma tiene lontano dall’area i rivali con un baricentro medio a quasi 55 metri. E’ il primo Milan senza Bonucci: nel cuore dell’area si pianta Romagnoli, meno palle lunghe e attenzione estrema a quanto può succedere alle sue spalle. Però è proprio un lancio, di Musacchio, a far sgorgare il vantaggio. La linea difensiva si chiude a quattro senza possesso, oppure resta a tre con Calabria nel finale uscito in barella per trauma facciale sul fianco destro a rafforzare il centrocampo. Biglia non partecipa come dovrebbe alla costruzione, Kessie strappa raramente e Borini si intimidisce dopo un giallo al 12’. I morsi sul collo del Chievo sono quasi tutti di Suso, spettacolare nei tragitti da destra al centro. Se basteranno con la Juve, non si sa. Intanto tengono al caldo Montella: chiedere di più non si può.