La Gazzetta dello Sport

Modalità «supereroe» e Montella ringrazia Sì, è Jesus il salvatore

- Marco Pasotto INVIATO A VERONA

Aforza di cercarla, Vincenzo Montella quella password l’ha trovata. A proteggere i dati sensibili del suo Milan ci pensa Jesus Suso. Magari scritto Je5us Sus0, un po’ più complicato giusto per evitare accessi indesidera­ti, che nel caso del tecnico rossonero arrivano sotto forma di spifferi poco graditi. In una stagione che di razionale fin qui ha avuto poco, l’uomo che ha deciso la partita di ieri sera è quanto di più logico potesse offrire questa squadra: Jesus nel primo tempo - quello che ha indirizzat­o la sfida - ha trasmesso la netta impression­e di essere l’unico rossonero in grado di scardinare avversari e negatività. Quanto meno perché, al di là delle evidenti finiture di pregio su cui sono montati i suoi piedi, lo spagnolo ha mostrato quel carattere mancato a tutti gli altri. In poche parole: è stato un esempio, che nella ripresa è poi stato raccolto dal resto della squadra.

ARCOBALENO Ieri l’assenza di Bonucci gli ha consegnato la promozione a vice capitano, ma la qualifica non deve ingannare: nell’ultimo mese vissuto dal Milan sugli stenti, Jesus è sempre stato uno dei pochi a lavorare con l’atteggiame­nto giusto. Con la voglia di provare a far qualcosa che andasse oltre gli esami obbligator­i. Lo raccontava Biglia pochi giorni fa: «Deve iniziare a rendersi conto che se hai qualità superiori, come nel suo caso, occorre metterle a disposizio­ne». E allora bastava dirlo. Ieri ha spinto il Milan in tutti i gol: il primo è stato uno dei suoi arcobaleni di sinistro caduto nell’angolo; il secondo un’autorete di Cesar su un suo cross malignetto; sul terzo ha avviato l’azione che ha strappato il primo sorriso in campionato di Calhanoglu; e sul quarto ha messo Kalinic da solo davanti a Sorrentino. Dopo di che Montella ha optato per la terapia conservati­va e l’ha tolto (sotto i fischi del Bentegodi, che non gli ha perdonato le mani portate alle orecchie dopo il gol): meglio risparmiar­lo per la battaglia di dopodomani con la Juve.

MOVIMENTI In tempi dove il Milan sta ancora facendo fatica ad acquisire un’identità tattica precisa, Suso si è finalmente ripreso la sua e ciò che abbiamo visto nelle ultime uscite non è casuale. Dopo un pellegrina­ggio che l’ha portato prima nei territori delle seconde punte e poi delle mezzali, posti poco frequentat­i in carriera e quindi poco produttivi nell’immediato, Jesus è tornato a casa. Sul centrodest­ra, ovvero dalla destra al centro, il suo movimento preferito che ha potuto tornare a usare grazie al 3-4-2-1 con cui Montella sta riuscendo a riordinare un po’ le idee. Quindi: un po’ esterno (come sul primo gol), un po’ trequartis­ta (come sul gol di Kalinic), sempre con la massima libertà che il tecnico ha già chiarito di lasciargli.

L’ABBRACCIO DOPO IL CAMBIO Ieri dall’attacco sono piovute buone notizie, perché Calhanoglu si è sbloccato e Kalinic ha messo in cassaforte la partita dopo i fischi col Genoa, ma davanti a tutti, con quattro gol, c’è ancora Jesus. Quando è uscito dal campo, Montella non gli ha solo dato il classico cinque, ma lo ha abbracciat­o stretto e accarezzat­o sulla testa a lungo, mentre in campo il gioco proseguiva. Un modo per compliment­arsi, e anche per dirgli grazie. Grazie per aver fornito la password.

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