Sarri: «Avremmo dovuto chiudere prima il match»
Di grande qualità Controllavamo noi, ma poi l’abbiamo sottovalutata...»
Sono tre punti pesanti, questi. Punti che hanno permesso al Napoli di confermarsi da solo, lassù, in testa alla classifica. Al netto delle varie considerazioni sulla prestazione, ciò che contava era proprio vincere, al di là ogni cosa. Contro il Genoa, Maurizio Sarri ha scoperto che si può fare anche senza essere spettacolari, che talvolta la capacità di non mollare può essere più determinante della qualità tecnica. A Marassi è venuto fuori il carattere della squadra, quella voglia d’imporsi, pur se con qualche difficoltà. È venuto fuori l’impegno di chi abitualmente siede in panchina, dei vari Chiriches, Diawara, Zielinski che hanno garantito quel sostegno in più, soprattutto quando è cominciata ad affiorare un po’ di stanchezza, alla quale l’allenatore ha provato a rimediare inserendo pure Rog, Allan e Giaccherini, quest’ultimo soltanto nei minuti finali. Il Napoli attuale, insomma, ha dimostrato di avere imparato a gestire il risultato anche nei momenti di difficoltà. «Abbiamo fatto un’ottima partita, di grande qualità di palleggio e abbiamo ribaltato il risultato con facilità – ha analizzato il tecnico azzurro –. L’avevamo sotto controllo la partita, talmente tanto che a un certo punto l’abbiamo persino sottovalutata. Dal punto di vista della mentalità possiamo certamente fare meglio, avremmo dovuto vincere in maniera larga e con largo anticipo. Invece l’abbiamo tenuta viva», ha continuato Maurizio Sarri nel dopopartita.
PIÙ CARATTERE L’aspetto caratteriale è stato sottolineato dallo stesso allenatore. «La squadra ha fatto bene, poi al primo tiro in porta abbiamo preso gol, da questo punto di vista mi sembra che qualcosa in più rispetto agli anni passati ce l’abbiamo – ha detto ancora Sarri –. Se avessimo avuto un’altra testa l’avremmo chiusa prima questa partita». La doppietta di Mertens è stata l’aspetto più intrigante della serata. «Mi attribuisco il merito di averlo fatto giocare da centravanti. Lui è un giocatore straordinario, tutti avevamo pensato che fosse un esterno bravo a indirizzare la partita nell’ultima mezz’ora. Invece, è un attaccante centrale e da tale è diventato un fuoriclasse. Il mio premio è che l’ho inserito in quel ruolo – chiude l’allenatore –. Da esterno faceva più fatica a recuperare, meglio da centrale». Un gol alla Maradona? «Sono restio a citare Diego – ha chiuso subito Sarri –, lasciamo stare».