La Gazzetta dello Sport

La punizione di Paulo e il ritorno del Pipita Così s’è ritrovata l’HD

Due argentini a segno insieme, Allegri li loda: «Gonzalo era stato grande, mancava solo il gol. E che sinistro Dybala»

- Filippo Conticello INVIATO A TORINO

Stavolta tra sé e il portiere c’era una barriera da scavalcare. E niente istanti sospesi ad aspettare la sentenza del Var: Paulo Dybala ieri ha ritrovato il suo ecosistema lontano da quel dannato dischetto, ha allontanat­o con una punizione tagliente i cattivi pensieri. Veniva da due rigori sbagliati nel tramonto delle sfide contro Atalanta e Lazio e l’errore era sempre arrivato dopo un lungo intervento della tecnologia: ieri è stato tutto più spontaneo e naturale, punizione diretta e palla in rete. Perché in fondo è quello che è mancato in questo momento buio dentro e fuori dal campo: Paulo, semplice e istintivo, non è quello che trema per un rigore, ma è il campione dalla faccia pulita che la Signora ha eletto come simbolo. Ha solo bisogno di tranquilli­tà per ritrovare se stesso e segnare ancora e ancora, preferibil­mente su punizione: ne ha messe tre in questa stagione, più di chiunque altro nei campionati top. Lontano da carte bollate e polemiche, si nutre di gesti semplici, come una corsa sotto la curva che chiama il suo nome. La stessa che si sgola quando anche Higuain mette il sinistro del 3-1 che stronca la rimonta tentata dalla Spal. Il destino dell’H è così finalmente tornato ad essere legato a quello della D e i due argentini hanno esultato insieme come ai bei tempi. Anche l’arrabbiati­ssimo Allegri ha accennato un sorriso sulla coppia: «Gonzalo è stato grande anche nelle ultime partite, gli mancava solo il gol. Paulo ha segnato una bella punizione». VECCHIO PAULO Gli avvocati di Dybala si incontrera­nno con quelli dello sponsor che gli ha fatto pervenire a Vinovo una lettera: c’è il rischio di una causa milionaria, frutto avvelenato dello strappo col precedente procurator­e. Non la situazione migliore per divertirsi in campo, anche se adesso Paulo è felice di aver riunito l’intera famiglia nel suo entourage. Ieri, però, con quel calcio piazzato, potrebbe avere ritrovato la strada da cui aveva temporanea­mente sterzato: non è certo ai livelli celestiali dei dieci gol in sei partite di inizio anno, ma questo è il 13° centro e la sensazione mancava dal recupero del derby col Toro del 23 settembre. In più, la conferma di essere un virtuoso della materia: ha segnato 7 gol su punizione diretta in A con la Juve, da quando si veste di bianconero è quello che ne ha trasformat­e di più in campionato.

NORMAL PIPA Era più fresca la gioia del Pipita, datata 1° ottobre a Bergamo, ma a dare coraggio al centravant­i erano arrivate carezze da ogni parte: Allegri sempre pronto a elogiare la sua crescita di forma, Buffon che voleva mandare in loop a Vinovo il video del suo sacrificio senza gol a Udine. Ieri, senza incantare, ha comunque «normalizza­to» una partita che poteva prendere un crinale pericoloso: non è certo banale il tocco del 3-1. Quello del 5-1, su assist del redivivo Marchisio, glielo ha tolto un fuorigioco. Di certo, è questa gente che lo ispira: quattro degli ultimi 5 gol di Higuain in A sono arrivati all’Allianz. L’aria di casa aiuta, ma aiuterà di più il vero Dybala che ora si intravede.

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